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Don Roberto “sgrida” i varallesi vestiti da deportati alla manifestazione no-Pass

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Don Roberto “sgrida” i varallesi vestiti da deportati alla manifestazione no-Pass. Con un lungo post sui social, il parroco ha voluto esprimere la sua posizione.

Don Roberto “sgrida” i varallesi

«Ho ritenuto che fosse giusto prendere posizione di fronte a quando successo a Novara – racconta don Collarini -. Il tacere poteva essere visto come una sorta di complicità». Il prevosto spiega meglio il suo punto di vista: «Non mi sono pronunciato sul sì o no al movimento No-pass. La manifestazione era stata approvata dalla questura quindi era legittima, ma un conto è proporre una manifestazione di persone libere, un altro è tirare in ballo paragoni non reggono. La mia critica non è sul si o no al vaccino. Ci sono normative che permettono alle persone che non vogliono o non possono di non vaccinarsi. Ognuno fa la sua scelta. La mia critica è invece sul paragone indebito e offensivo con i deportati. Paragonarsi a loro è stato indegno. Ci sono famiglie che ancora piangono i propri cari che non sono tornati o che hanno subito angherie». Il parroco non mette in dubbio i diritti: «I diritti sono sacrosanti, ma secondo me nella manifestazione di Novara è mancato il buonsenso e il buongusto. Non vorrei essere strumentalizzato. E’ giusto manifestare, ma credo che non si possa permettere ogni tipo di cosa come quello che si è visto a Novara… Ci vuole anche rispetto»

Un lungo post su Facebook

Sono stati centinaia i commenti al lungo post su Facebook scritto dal sacerdote: «Sono profondamente addolorato, anche Varallo purtroppo era presente. Mi dissocio da questa indegna e vile mascherata di Novara che ha offeso coloro che il “campo di concentramento” l’hanno vissuto sulla propria pelle, perdendo addirittura la propria vita». E poi rincara: «Come si fa a paragonare la perdita di libertà a causa del “green pass” con queste camere della morte?» Poi rivolgendosi ai manifestanti scrive: «Ma avete capito o no, che vaccinarsi “non è obbligatorio” per nessuno? Se proprio non lo vuoi fare ti sottoponi regolarmente al tampone e puoi tranquillamente continuare a respirare l’aria pulita e tersa della vita e a svolgere serenamente il tuo lavoro. Addirittura nessuno ti vieta di scrivere e di pubblicare quello che pensi, anche quando questo fa pena e toglie il respiro per l’ottusità sottesa. Ma quale dittatura state combattendo? Siete mai stati privati delle libertà fondamentali qui in Italia?» Il parroco nel suo post fa poi alcuni esempi pratici: «Se non ti fai il vaccino non andrai al ristorante… vabbè, ma puoi continuare a mangiare buoni cibi a casa tua e a vivere in pienezza la tua vita sociale, senza nessuna penalizzazione nè limitazione. Ma che “libertà” ti viene mai sottratta?»

Polemica

Un post che ha dato la stura a più di cento commenti in poche ore. La gran parte per dar manforte al prevosto, ma non manca qualche voce contraria. Come quella di Ferruccio Baravelli, noto ex sindacalista: «Non entro nel merito di questa vicenda però un quesito lo pongo: perché nessuno ha levato gli scudi e si è indignato quando qualcuno uno ha scritto sui social o ha dichiarato in tivù che i novax e i no greenpass andrebbero rinchiusi tra di loro proprio come accadde nei campi di concentramento? Qualcuno se lo ricorda come nacque veramente il nazifascismo?»

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