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Donne picchiate dal compagno: due casi in Valsesia

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Donne picchiate: una rete per fornire loro un supporto concreto.

Donne picchiate in Valsesia

Talvolta quello che dovrebbe essere il luogo più sicuro, casa propria, diventa invece teatro della violenza. In Valsesia è accaduto due volte negli ultimi giorni, e la rete antiviolenza che la Unione montana ha attivato dall’aprile 2019 ha ancora una volta funzionato a dovere. Da ricordare che il servizio socio-assistenziale copre Valsesia, Valsessera e alcuni centri già in provincia di Novara. Le donne vittime di violenza da parte dei propri compagni sono residenti in valle. E in entrambi i casi le vittime hanno avuto il coraggio di denunciare.

La procedura

A sottolineare gli ultimi casi è l’assessore dell’Unione montana Francesco Nunziata tramite un post su Facebook e ancora una volta torna d’attualità un argomento, quello dei maltrattamenti tra le mura domestiche, di cui si sente purtroppo troppo parlare. «La rete antiviolenza una volta ricevuta la segnalazione si è subito attivata – spiega l’assessore -. E soprattutto in tempi stretti». La prassi è ormai consolidata: una volta che scatta il “codice rosso” la donna viene allontanata dalla casa e ospitata in una struttura protetta della zona, quindi trasferita in un’altra struttura convenzionata dove può iniziare il proprio percorso. «Non va dimenticato – fa notare Nunziata – che oltre al supporto anche psicologico si cerca di dare un aiuto anche per quanto riguarda la ricerca di un lavoro». E a volte le donne vittime di violenza sono persone che dipendono dal compagno o dal marito e hanno paura a denunciare proprio perchè rimarrebbero senza reddito. «Questo è un aspetto che va superato – osserva Nunziata -. Il nostro programma dà un supporto completo».

Codici rossi

Da quando il programma è stato attivato si sono registrati già dieci casi. «Un numero decisamente importante – spiega – tenuto conto della nostra piccola realtà. Di questi cinque sono codici rossi, ovvero casi accertati dove il programma è intervenuto ospitando subito la donna a volte con bambini in un luogo sicuro». La rete antiviolenza fa capo al Centro Eos e ha un punto di ascolto a Varallo, in Villa Virginia dove è sempre disponibile un professionista per assistere e supportare concretamente le donne che abbiano bisogno di aiuto. A disposizione anche i numeri 1522 e il 334.3113.955, per chiedere consigli e aiuto. E’ previsto anche un servizio vocale WhatsApp proprio per permettere alla donna di comunicare senza farsi scoprire dal proprio aggressore.

Una rete

«Lavoriamo a stretto contatto con i carabinieri – spiega ancora Nunziata – e con altre importanti realtà del territorio, come l’associazione Agape che fornisce un aiuto molto concreto a mamme e bambini. Siamo inoltre in rete con la onlus vercellese “Liberazione e speranza” e i nostri professionisti interni sono sempre a disposizione». Nunziata in prima persona è impegnato in un grande lavoro di informazione. «Cerco di far conoscere sui social il più possibile questo servizio – sottolinea – prendendo parte anche a diverse manifestazioni come per esempio l’inaugurazione della scorsa settimana della panchina rossa a Pray proprio per dare informazioni utili sul servizio».

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