Attualità
Edicolante Cavallirio isolato 73 giorni nel retrobottega: ora è guarito
Edicolante Cavallirio racconta i suoi 73 terribili giorni nella morsa del Covid19. Ora, finalmente, la guarigione e la possibilità di riprendere a lavorare.
Edicolante Cavallirio, il ritorno al lavoro
Completamente guarito, è potuto tornare a lavorare, accolto dai messaggi di incoraggiamento degli altri cavalliresi: Luca Ferri, titolare del negozio “Les petits cadeaux”, dopo 73 giorni di isolamento trascorsi in una stanza attrezzata nel retrobottega, ha infatti ripreso l’attività. «Con fatica e con tutte le precauzioni – osserva – ma bisogna tornare alla normalità». Ferri, 51 anni compiuti il 28 marzo a letto, «nel pieno dei sintomi Covid», è stato uno dei primi colpiti dal virus in zona. Non è mai stato ricoverato in ospedale: ha dovuto trascorrere la malattia nel retro bottega, «per non infettare i miei genitori, che sono anziani». Un’esperienza terribile, che ha lasciato il negoziante provato nel corpo e nello spirito. «E’ stato un periodo lungo e doloroso, trascorso facendo i conti con la paura, il dolore fisico e la solitudine».
La guarigione
Ora Ferri è completamente guarito, gli ultimi tamponi hanno dato esito negativo, ed è tornato al suo lavoro. «Bisogna ancora capire se il virus ha lasciato qualche “regalo”; continuo ad avere il fiato corto, spossatezza e dolori. Vedremo con il pneumologo se sarà necessario un percorso riabilitativo. Questo virus è una porcheria: colpisce anche il cuore, il fegato, i reni». La malattia ha esordito come una normale influenza ma in seguito è precipitata «Ad un certo punto non riuscivo più a respirare». Il commerciante si è dovuto sottoporre a diverse visite e a vari tamponi, con relative attese. Fortunatamente, il 21 maggio la buona notizia: era guarito a tutti gli effetti.
L’isolamento
Due mesi e mezzo in una stanza sono lunghi: «Per fortuna c’era Internet, poi, quando me la sentivo, ho portato avanti qualche lavoretto di grafica». Il negozio di Ferri nei giorni scorsi è stato pulito e sanificato per renderne possibile la riapertura: «E’ stata un’esperienza pesante anche dal punto di vista economico – ammette -. Adesso speriamo che la gente dimostri di avere sale in zucca; bisogna stare attenti e per la movida aspettare ancora un po’. La scuola a mio parere deve insegnare le regole base dell’igiene e bisogna tornare ad avere cura dell’ambente: troppe mascherine e guanti usati sono disseminati in giro. Infine una raccomandazione: chi può, diventi donatore di sangue: c’è bisogno di plasma».
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