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Eraldo Botta sul Sesia chiuso a metà: “Assurdo vietare tutto ciò che è pericoloso”

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Eraldo Botta: «Senza senso i divieti sulla balneazione nel fiume Sesia: meglio pensare a spiagge attrezzate».

Eraldo Botta critico sui divieti

Il presidente della provincia di Vercelli è critico sui divieti relativi alla sponda novarese del fiume Sesia. «Se è pericoloso fare il bagno nel Sesia, allora lo è anche fare le escursioni in montagna o guidare. Ma non per questo bisogna chiudere i sentieri e le strade». La notizia del divieto di balneazione sulla sponda novarese del fiume che nasce dal Monte Rosa e muore nel Po sta facendo il giro del mondo, ma Eraldo Botta non ci sta. Il presidente della provincia, nonché sindaco di Varallo, esclude che un analogo provvedimento possa mai essere preso sull’altro versante: «Rispetto le ordinanze emesse dai miei colleghi primi cittadini – prosegue Botta – ma io un provvedimento così non lo farò mai. Non ha senso parlare di divieto in presenza di una situazione pericolosa, piuttosto ragioniamo sulla eventualità di realizzare spiagge attrezzate, magari con la presenza di un bagnino. Poi naturalmente ci dovrebbe essere anche l’attenzione di chi usa questi spazi gratuiti. Per fare il bagno bisogna saper nuotare e lo stesso vale per tutte le altre attività. La Provincia di Vercelli è al terzo posto nella triste classifica della mortalità per incidenti stradali, ma allora che cosa dovremmo fare? Chiudere tutte le strade? Sarebbe assurdo».

Danno d’immagine

Possono stare tranquilli, dunque, quei valsesiani e non solo, che in questi giorni di calura estiva cercano un po’ di refrigerio nella spiaggia nudisti nella zona dell’ex Igloo o a Varallo Beach sul Mastallone, sotto il ponte Antonini. «Il Sesia – riprende Botta – è un fiume bellissimo, pulito, uno dei più indicati per gli sport fluviali, che oltretutto richiamano turisti da tutto il mondo. Questo divieto, ancora più assurdo perché riguarda solo una sponda, rischia di creare anche un danno d’immagine non da poco alla promozione turistica di tutta la Valle. Tutto quello che si fa ha una componente di rischio, ma ribadisco che vietare non è la cosa migliore».

I sindaci del Novarese

Da parte loro, i sindaci del “Sesia novarese”, e in particolare quelli di Romagnano, Ghemme e Prato Sesia che hanno firmato le ordinanze, sostengono che non avrebbero potuto non farlo. «E’ una lettera della prefettura di Novara – spiega Alessandro Carini, primo cittadino di Romagnano – che ci obbliga a intervenire. Per la Regione Piemonte, il Sesia non è balneabile e per questo ci è stato chiesto di informare i cittadini e di esporre la cartellonistica adeguata. Noi ci siamo semplicemente attenuti a quello che prevede la legge e che dovrebbe valere anche per gli altri Comuni. Sulle spiagge lungo il Sesia si può prendere il sole, ma non bagnarsi».

Gli annegamenti

La missiva del prefetto, che ha scatenato il putiferio di questi giorni (la vicenda è finita su giornali e televisioni nazionali) fa riferimento all’aumento dei decessi per annegamento nei corsi d’acqua e nei laghi della Provincia di Novara. «Da un’analisi statistica – scrive il prefetto – si rileva che i deceduti per annegamento nel Novarese sono stati quattro nel 2018, due nel 2019 e due nella prima metà del 2020. In tutti questi casi sono stati evidenziati comportamenti negligenti da parte delle vittime che hanno quasi sempre sottovalutato le condizioni di pericolosità dei corsi d’acqua». Per questo, e tenuto conto anche del periodo estivo, dalla prefettura si invitano i sindaci a «sensibilizzare adeguatamente la cittadinanza sui pericoli anche mortali che possono annidarsi nelle acque dolci, soprattutto lungo i tratti non destinati alla balneazione e per le persone meno esperte. Al riguardo il decreto legislativo 116, del 30 maggio 2008 prevede l’obbligo dei sindaci di apporre idonea e ben visibile segnaletica che indichi le zone risultate non balneabili a seguito del monitoraggio periodico della Regione».

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