Furbetti del bonus anche in Piemonte: “beccati” due consiglieri regionali

Furbetti del bonus: alcuni politici, malgrado indennità decisamente elevate, hanno richiesto il bonus da 600 euro destinato ai titolari di partita iva in difficoltà. In Piemonte il caso riguarda due consiglieri regionali, che tuttavia hanno restituito l’importo ottenuto.

Furbetti del bonus per la partita iva

Di fatto, non c’è alcun illecito. Non erano infatti previsti massimali di sorta per richiedere il bonus di 600 euro destinato ai titolari di partita iva pensato per tamponare le difficoltà del periodo più critico dell’emergenza sanitaria. Tuttavia, era inevitabile che la presentazione della richiesta da parte di politici che percepiscono indennità piuttosto importanti destasse l’indignazione popolare. Anche il presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico ha parlato di una “questione di etica”.

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In consiglio regionale

Anche in Piemonte ci sono stati due casi: riguardano i consiglieri regionali leghisti Claudio Leone e Matteo Gagliasso, regolarmente titolari di partita iva. Tutti e due, tuttavia, hanno spiegato di avere già provveduto a restituire il denaro ricevuto all’Inps. «I contributi erano destinati alle società di cui faccio parte per il periodo di chiusura dei negozi – ha riferito Leone all’Ansa – Sentito il commercialista, entrambe rientravano nelle attività alle quali spettavano gli aiuti. Ne ho parlato con i soci e abbiamo deciso di chiedere il bonus. L’ho fatto a cuor leggero forse, certo che fosse consentito. La politica non c’entra nulla». In seguito la scelta della restituzione.

La pratica

Anche Matteo Gagliasso, giovane professionista del Cuneese, ha ricevuto il bonus dopo avere inoltrato la domanda su suggerimento del commercialista. In seguito, tuttavia, ha spiegato alla stampa locale, dopo l’accredito di due rate, ha scelto di restituire la cifra erogata all’Inps, già prima che lo “scandalo” travolgesse il Parlamento e, a scendere, gli altri enti.

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