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Ghemme ricorda il fotografo Renato Andorno a 20 anni dalla scomparsa

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fotografo Renato Andorno

«Lo spirito di mio padre è in Nepal». I figli ricordano Renato Andorno con una mostra fotografica, a 20 anni dalla morte.

Ghemme ricorda il fotografo Renato Andorno

Nel 2002 un male si portava via in soli due mesi il fotoreporter e alpinista ghemmese Renato Andorno: aveva 69 anni. A vent’anni dalla sua prematura scomparsa, i figli Emanuela e Renzo, hanno organizzato la mostra “Volti”, per sostenere la creazione del villaggio “Smile of Nepal” a Kathmandu, dedicato a bambini orfani o con gravi problemi familiari.

«Con l’esposizione allestita insieme al Cai alla Mostra mercato del vino Ghemme Docg – afferma Emanuela Andorno –. Abbiamo voluto ricordare nostro padre, ma anche promuovere questa iniziativa solidale. Abbiamo perciò esposto le immagini dei “Volti” che mio padre ha incontrato nei suoi viaggi e nelle sue esperienze, dai personaggi delle sacre rappresentazioni di Romagnano alle popolazioni Walser e alle genti asiatiche, proponendo in vendita il libro omonimo e il volume sulla Beata Panacea. I proventi saranno destinati alla struttura che intendiamo realizzare a Kathmandu».

Un fotografo che lasciava a bocca aerta

La figura di Renato Andorno è ben presente nella memoria di Ghemme e in quella dei suoi cari. «Ogni volta che torniamo in Nepal, provo una grande forza interiore e sento che papà è là – prosegue la figlia –. Nonostante per il suo lavoro fosse spesso all’estero, è stato un padre molto presente e con lui ho vissuto esperienze eccezionali. A metà degli anni ’60, aveva aperto a Ghemme il negozio “Foto cine Renato”, ma il suo sogno era di puntare tutto sulla fotografia, così organizzò spedizioni con gli amici del Cai».

«Queste imprese, dalle quali portava a casa reportage bellissimi, gli fruttarono la lunga collaborazione con Famiglia Cristiana. La sua intraprendenza non aveva confini: si “imbucava” a matrimoni eccellenti, come quelli dei calciatori Causio, Tardelli e Cabrini, dello sciatore Gustav Thoeni, dell’attrice Paola Borboni. Con le sue foto, preparava gli album di nozze e li portava loro che, stupiti, alla fine li acquistavano, per la bellezza degli scatti. Una volta mi portò con sé allo sposalizio di un noto industriale: una giornata indimenticabile».

La scoperta dell’Himalaya

Grazie all’amicizia con l’alpinista alagnese Silvio “Gnaro” Mondinelli, scalatore di molti 8000, Andorno cominciò a frequentare i Paesi himalaiani. Entrando in contatto con quella realtà, nacque il desiderio di aiutarne le popolazioni, molto povere.

«Papà e Gnaro conobbero i bambini di un villaggio, Namche Bazar, che dovevano compiere lunghi viaggi per andare a scuola. Nacque così il progetto della scuola, che realizzarono nel 1998 seguita, dopo la sua scomparsa, dall’ospedale e dalla casa per bambini in difficoltà, che oggi intendiamo ingrandire».

Il progetto prosegue

«Dal 2017 ospitiamo nove bambini, ma per noi e i nostri partner è prioritario acquistare un nuovo edificio o un terreno dove costruirlo – afferma Renzo Andorno, appena partito per Kathmandu –. Dopo due anni e mezzo, finalmente sono tornato nella capitale nepalese per valutare il da farsi. La onlus “Sos Nepal”, grazie alla quale portiamo avanti i nostri progetti, è stata creata per rimettere in sesto l’ospedale, distrutto dal terremoto del 2015».

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Per conoscerne i dettagli dei progetti di Sos Nepal, è possibile visitare i siti www.smileofnepal.com o www.sos-nepal.org, oppure la pagina facebook Smile of Nepal.

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