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Ghemmese premiata alla Camera per una tesi sul vino

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Ghemmese premiata con il riconoscimento “America Giovani” per i laureati di eccellenza.

Ghemmese premiata

Il vino Ghemme Docg: questo il tema della testi di laurea che ha fruttato a una studentessa di Ghemme, Marta Bettini, un importante riconoscimento, ricevuto alla Camera dei deputati a Roma, il premio “America Giovani”, destinato ai laureati di eccellenza delle università d’Italia. La ventiquattrenne ghemmese ha appena terminato un master in Global marketing, comunicazione e made in Italy, offerto dalla Fondazione Italia-Usa, facente parte del programma Unai – United nations academic impact. Poiché il progetto finale di tale master richiedeva la promozione di un business online, la studentessa ha deciso di analizzare il caso di un’azienda vitivinicola di Ghemme, cercando di promuovere a livello internazionale la pregiata etichetta italiana.

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La cerimonia

«Per essere puntuale alla cerimonia, mi ero dovuta alzare prestissimo – racconta la giovane a qualche giorno di distanza – faceva molto caldo e solo dopo mi sono resa conto di essermi veramente seduta in una di quelle aule che si vedono spesso al telegiornale, di fronte a una commissione composta dal segretario generale della Federazione Italia-Usa, Corrado Maria Daclon, dal giornalista Giampiero Gramaglia, dal diplomatico, docente e autore di libri di successo Emilio Iodice, e dal consulente di marketing e comunicazione Cristian Casella, per ricevere un premio di grandissimo valore, al quale è stata aggiunta un’ulteriore borsa di studio per un master in Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy, al quale però al momento non credo di aderire».

Gli studi

Nei prossimi mesi, infatti, la studentessa intende dedicarsi al completamento della sua tesi di laurea magistrale in Lingua, economia e istituzioni del Giappone, all’università Ca’ Foscari di Venezia, riguardante l’implementazione dello smart working nel paese del Sol levante durante la pandemia. Marta Bettini ha scoperto la sua passione per il Giappone al liceo linguistico
di Varallo: «Non ero particolarmente appassionata a qualcosa in particolare ma, mentre frequentavo il liceo, mi ero convinta di cercare un’università dove il giapponese fosse la prima lingua e Ca’ Foscari era quella che corrispondeva maggiormente ai miei desideri – afferma la giovane – Forse se non avessi superato il test d’ingresso avrei cambiato idea, ma sono riuscita ad iscrivermi e, iniziate le lezioni, ho capito che era la scelta giusta, che ho confermato anche dopo la laurea triennale, nella quale mi sono laureata in lingua e cultura del Giappone, proseguendo con la magistrale, dove mi sono dedicata alla parte economica, che è quella che più mi interessa. Sono poi stata contattata per il master, al seguito del quale la Fondazione Italia-Usa mi ha selezionata tra gli studenti ritenuti i migliori a ricevere il premio».

In Giappone

La studentessa ha frequentato il terzo anno universitario nel paese asiatico, entrando in contatto con la realtà che l’appassiona: «Mi è piaciuto molto stare in Giappone, nonostante le grandi differenze con l’Italia – conferma –. Ho vissuto in un ostello internazionale con ragazzi di tutto il mondo, ma con la presenza di un ragazzo giapponese, con cui potevamo fare molto più esercizio sulla lingua. Spero in futuro di lavorare laggiù almeno per un periodo. Mi piacerebbe lavorare in un’azienda occupandomi della parte economica, ma mi attrae anche l’ambiente diplomatico; vorrei utilizzare quello che ho studiato e solo andando là si riesce a sfruttarlo a fondo».

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