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«Gli esami per sordità? Ripassi nel 2018»

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Il borgosesiano Rino Cereda è amareggiato dopo l’esperienza che lo ha coinvolto: «Il direttore dell’azienda sanitaria dovrebbe fare qualcosa. E i politici locali pure»

«Un tecnico che deve fare la spola fra tre ospedali, e la conseguenza è che gli esami vengono rimandati all’anno successivo con tutti i disagi che questo comporta per chi ha necessità e urgenze: è una situazione inconcepibile, e il direttore dell’azienda sanitaria dovrebbe fare qualcosa»: è amareggiato e sdegnato Rino Cereda dopo l’esperienza che lo ha coinvolto all’ospedale di Borgosesia. «Io ho potuto risolvere, rivolgendomi altrove: ma come possono fare persone anziane o che non hanno la possibilità di spostarsi?».

Cereda, presidente dell’Orchestra di fiati cittadina e già consigliere comunale, si è rivolto all’ospedale per una visita propedeutica per richiedere una sovvenzione, prevista dalla Regione, per l’acquisto di un apparecchio acustico: «Purtroppo mia moglie, già non vedente, soffre di ipoacusia, un danno all’apparato uditivo – spiega Cereda -. Una situazione che, a causa del progressivo isolamento con tutto ciò che la circonda, la sta portando inesorabilmente verso una grave forma depressiva. Da ciò è evidente l’urgenza che dobbiamo affrontare. Ebbene, con l’impegnativa del medico ho prenotato la visita dall’otorino, e sin qui tutto bene. Il giorno previsto, dopo aver atteso l’intera mattinata, mia moglie è stata sottoposta a una visita che sarà durata un minuto, al termine della quale le sono stati richiesti ulteriori tre esami. Siamo così tornati allo sportello per le prenotazioni».

E a quel punto sono iniziati i problemi: «Non è stato possibile prenotare gli esami – prosegue il racconto del borgosesiano -. Le prenotazioni erano chiuse per l’anno in corso, e si sarebbe dovuto andare nel 2018 tanto che gli addetti non avevano nemmeno l’agenda per fissare la data. Ho chiesto spiegazioni in reparto e mi è stato detto che c’è un solo tecnico che si deve dividere fra gli ospedali di Vercelli, Borgosesia e Gattinara. Mi chiedo quindi a cosa serva tenere un reparto aperto con due medici a disposizione, quando questi non possono fare il loro lavoro perchè manca il supporto tecnico».

Cereda è poi riuscito a risolvere la complicazione rivolgendosi a un’altra struttura: «Anche se non è stato tanto agevole: da Borgosesia mi è stato consigliato di rivolgermi a Borgomanero, salvo poi una volta sul posto sentirmi dire che non avevano i macchinari adatti al tipo di esame richiesto. Ho poi potuto prenotare all’ospedale di Novara, e in tempi tutto sommato accettabili: la visita sarà a fine mese».

E se l’urgenza si è risolta, il pensiero di Cereda va a chi non ha le sue stesse possibilità: «Penso a chi non può spostarsi, a persone anziane che magari non hanno familiari che possono aiutarli – osserva -. E’ a loro che la dirigenza dell’azienda sanitaria deve dare una risposta. Bisogna andare a fondo, e trovare una soluzione: mi metto a disposizione del direttore generale dell’Asl per raccontare la mia esperienza».

La critica del borgosesiano si amplia anche alla politica: «Mi domando per quale motivo, al di là delle tante chiacchiere di facciata, gli amministratori locali non intervengano in maniera decisa e congiunta verso la direzione dell’Asl per cercare di risolvere i tanti problemi che affliggono la sanità valsesiana e creano difficoltà e carenze ai cittadini».

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