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Il pullman è colmo e alcuni studenti restano a piedi: proteste in Valsesia
Il disagio di una mamma: ho dovuto cambiare l’orario di lavoro per poter recuperare mio figlio.
Il pullman è colmo e alcuni studenti restano a piedi: proteste in Valsesia. Il disagio di una mamma: ho dovuto cambiare l’orario di lavoro per poter recuperare mio figlio.
Il pullman è colmo e alcuni studenti restano a piedi: proteste in Valsesia
I pullman sono troppo pieni, e così alcuni studenti finiscono per rimanere a piedi. La vicenda sta coinvolgendo alcuni ragazzi che frequentano l’Istituto d’Adda di Varallo. La scuola è iniziata da poche settimane e qualche criticità si è presentata fin da subito.
Nei giorni scorsi infatti alcuni alunni al termine delle lezioni scolastiche hanno dovuto fare i conti con una situazione abbastanza antipatica. «Mio figlio come altri suoi compagni devono prendere la linea 70 in quanto abitando a Doccio è la sola che transita dalla frazione – racconta la mamma di un alunno -. Le altre passano da Quarona centro. Al momento di salire sul mezzo, l’autista però li fa scendere perché non c’è posto».
Il contatto con Atap
In piedi o seduti non fa differenza, il veicolo è pieno e nessuno può salire. «Ho contattato Atap per far presente la questione è mi è stato riferito che, come stabilito dalla carta di circolazione, ci sono alcuni posti ammessi in piedi e altri seduti. Se il pullman è al completo quindi non si possono ammettere altri utenti. Quindi mio figlio e altri ragazzi sono stati costretti a cambiare linea, con una notevole perdita di tempo. Senza contare che anche stando in piedi i pericoli non sono pochi: basta una frenata per subire conseguenze negative…».
Salire su un altro pullman ha generato non poche conseguenze per le famiglie. «Sono stata costretta a modificare il mio orario di lavoro per andare a recuperare mio figlio a Quarona e riportarlo a casa – mette in luce la donna -. La situazione è inammissibile in sé, se si pensa che noi paghiamo anticipatamente un abbonamento e il servizio invece non è garantito».
In cerca di una soluzione
Come accennato, la mamma dello studente si è già appellata ad Atap che gestisce il servizio. «Mio figlio è minorenne, l’idea di lasciarlo alla fermata in attesa di un altro pullman non è cosi rassicurante: se dovesse succedere qualcosa, chi risponde? Ho fatto presente anche questo aspetto ad Atap. Mi è stato detto che raccoglieranno le segnalazioni dopo di che vedranno come intervenire – conclude la quaronese -. Noi però non possiamo continuare a modificare i nostri orari di lavoro perché non c’è un servizio. Ci auguriamo che presto vengano presi dei provvedimenti: la scuola è cominciata da poco e il solo pensiero di continuare così è devastante».
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