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Impatto Coronavirus sull’industria: cresce la preoccupazione

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Impatto Coronavirus sull’industria: rinviate le fiere e le Giornate del Fai.

Impatto Coronavirus sull’industria

«Le parole e le decisioni di questi giorni possono avere un impatto economico importante. Invito a fare molta attenzione alle loro conseguenze». Non usa mezzi termini il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Gianni Filippa, per commentare l’impatto sull’economia reale delle dichiarazioni degli esponenti del mondo politico in tema di Coronavirus. «Le misure adottate in questa fase – aggiunge – saranno decisive e con effetti che possono durare anni: per questo è fondamentale che prima di fare delle scelte si ascoltino le esigenze delle imprese».
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Colpito anche il turismo

Filippa parla di “situazione davvero molto seria” e dà l’appuntamento alla prossima indagine congiunturale, in arrivo tra poco più di un mese, per capire dati alla mano quali sono i reali impatti che si stanno avendo sul mondo produttivo. «Le informazioni che abbiamo attualmente a disposizione – prosegue Filippa – preannunciano comunque un impatto significativo sul secondo trimestre 2020 e probabilmente anche sul terzo: si faranno prima di tutto sentire sull’industria gli effetti della caduta della domanda nel terziario, che è il comparto oggi più colpito». Ne è un esempio la situazione delle prenotazioni alberghiere per Pasqua.

Rinviate le fiere

Fra le criticità principali per il nostro territorio, figurano la mancanza di liquidità e il “congelamento” del mercato interno. Ma è da inizio marzo l’annullamento di tutte le principali fiere settoriali, tra cui ExpoComfort e il Salone del mobile. Rinviato anche il Vinitaly di Verona, la più importante manifestazione fieristica dedicata al mondo dei produttori vitivinicoli, appuntamento fisso per tutti i maggiori produttori della bassa Valsesia e delle colline novaresi.

La guerra dell’export

Un problema che sta emergendo, inoltre, è relativo a casi di clienti del Nord Europa che richiedono stoccaggi, a spese del fornitore, fuori dal confine italiano a causa del timore di blocco delle frontiere, mentre alcuni autisti di Bulgaria, Romania e Slovacchia che prelevano o consegnano merce in Italia, al loro rientro sono stati posti in quarantena forzata.

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