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In casa di riposo regole da pieno Covid: sale la protesta dei parenti

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In casa di riposo ancora regole stringenti per fare visita ai parenti e i tempi rimangono limitati. La figlia di un’ospite: «Si perde tutto il rapporto che è stato costruito in tanti anni».

In casa di riposo severe regole anti-Covid

Le case di riposo costituiscono una delle tipologie di struttura dove le regole anti-Covid rimangono più stringenti. Una situazione che, inevitabilmente, influisce anche sui rapporti fra gli ospiti e i loro familiari. Una donna di Borgosesia ha voluto raccontare a Notizia Oggi la sua esperienza e le sue perplessità.
«L’impressione – spiega – è che nelle case di riposo non si tornerà più come prima. Ora per vedere il proprio caro bisogna prendere appuntamento e stare appena un’ora». Regole che allontanano le persone. «Nella struttura dove è ospitata mia mamma – spiega – si può andare una volta sola a settimana e su appuntamento da prendere giorni prima. Impensabile fare una improvvisata, anche le amiche che vorrebbero andarla a trovare e che magari passano di lì non possono entrare liberamente. Ma devono chiamare giorni prima per accordarsi su giorno e ora della visita».

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Le regole

Ma non è la sola restrizione. «Non possiamo neppure accedere alle camere – spiega -. Quindi non sappiamo cosa manca e cosa le serve. Certo, il personale della struttura ci dà tutte le informazioni. Ma si va sulla fiducia e per di più si perde quel rapporto intimo che esiste da sempre». La donna è preoccupata per la situazione: «Una visita una volta a settimana e per appena un’ora a una persona che si trova comunque ospite in una struttura per anziani mi sembra davvero poco – osserva -. La mia impressione è che queste persone siano abbandonate. In qualcuna di loro magari entra il pensiero che i propri cari le hanno abbandonate visto che da una visita all’altra passa almeno una settimana. E per di più parlare per un’ora a settimana con una persona anziana non si ha neppure l’idea di come stia, se ci sono problemi, se ha bisogno di qualcosa. Si perde tutto il rapporto che è stato costruito in tanti anni».

Le visite

Quello della donna non è un caso isolato. «Anche in altre strutture della zona le condizioni sono uguali – riprende -. Visite programmate, con al massimo due persone e non più di un’ora. Con tutti i divieti di accedere alle camere. Per di più per entrare bisogna avere i Green pass con tre dosi, oppure il tampone e occorre indossare le mascherine anche quando si è all’aperto».

La donna aggiunge ancora: «Mia mamma continuo a vederla attraverso un plexiglass e non è di certo bello. Potevo capirlo quando l’emergenza sanitaria era scoppiata e c’era paura dei contagi. Ma adesso queste misure mi sembrano assurde, di certo non aiutano così facendo gli ospiti che si sentono soli e spesso abbandonati. Non è di certo quello che volevo per mia madre…».
Sulle strutture sanitarie non sembra esserci una linea da seguire. Anche chi si è recato negli ospedali di recente ha potuto notare come in alcune strutture già all’entrata chiedano ancora di vedere il Green pass e impongano l’uso della mascherina, mentre in altre strutture l’accesso è libero come in epoca pre Covid.

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3 Commenti

1 Commento

  1. Roberto x

    15 Settembre 2022 at 8:25

    Si legge: – La figlia di un’ospite: «Si perde tutto il rapporto che è stato costruito in tanti anni» -.

    Ah! Relegare il genitore in una RSA significa costruire un rapporto? Basterebbe visitare una RSA e interrogare gli ospitati e chiedere cosa ne pensino…🙄

    • Varmone

      15 Settembre 2022 at 10:38

      Se uno non ha modo di accudire un parente cosa deve fare “caro” roberto ics? Abbandonarlo al suo destino? Mandarlo a vivere sotto un ponte? In molti casi una RSA è la migliore soluzione. Diverso è il discorso per chi vuole liberarsi dell’incombenza, per egoismo o per odio, per mille mila ragioni diverse.

      • Roberto x

        16 Settembre 2022 at 0:19

        Io, ad esempio, mi faccio carico dei miei, e mai li manderei in una RSA. Non nego che sia faticoso, ma gli anziani, soprattutto se fragili e segnati dalla malattia, devono vivere in un ambiente a loro familiare e a contatto con volti familiari: se lo meritano.

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