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«I Comuni della Valsesia dovrebbero istituire i ”vigili zen”»

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La proposta di un lettore: una multa simbolica a tutti quelli che non hanno il senso della lentezza

Da un cittadino di Borgosesia, riceviamo e pubblichiamo.

«La proposta che sto per lanciare nasce da una constatazione che ognuno di noi avrà già fatto e che non riguarda certo uno specifico periodo temporale: siamo sempre tutti di corsa. Porto un esempio di ciò che malauguratamente può capitare in una giornata soleggiata o uggiosa, camminando lungo le vie del proprio paese. Nel mio caso, in ben tre occasioni ho incrociato persone di mia conoscenza alle quali avrei voluto chiedere informazioni di vario tipo, avere un cordiale scambio di battute della durata da me fissata in quattro minuti (ma avrei accettato una richiesta di tre da parte del mio interlocutore) e ascoltare un parere su problematiche di carattere sociale.

«Non c’è stato verso: lasciandomi un saluto con un gentile sorriso e senza darmi il tempo di iniziare l’approccio, tutti si sono eclissati in vista di un traguardo da raggiungere e da cui poi ripartire. Insomma, fine del dialogo. Visto l’andazzo generale che inevitabilmente si ripercuote anche fra le mura domestiche, mi chiedevo se non fosse giunta l’ora di istituire la figura del “vigile zen” che simbolicamente multa quanti si muovono a ritmo spedito, grazie all’ausilio di un apposito strumento rilevatore.

«L’esperimento è già stato attuato altrove, in occasione della “Giornata della lentezza”, ma sarebbe auspicabile che qualche Comune della zona (e perchè non tutti?) lo promuovesse in via definitiva. L’incarico potrebbe essere affidato anche a un semplice cittadino volontario che ovviamente sia consapevole del tipo di servizio che sta svolgendo. Ne va della salute fisica e mentale della comunità. Per dare maggiore incisività all’iniziativa, il diffidato colto in fallo per la terza volta invece di essere “espulso” dal paese potrebbe essere “premiato” con l’obbligo di frequenza a un corso di meditazione o yoga in una struttura di suo gradimento.

«Mi farebbe piacere ricevere altri suggerimenti in tal senso, magari più attuabili del mio. E rimanendo nel contesto, mi piace pensare a una panchina colorata, magari “arcobaleno”, posizionata in pieno centro cittadino a fungere da punto di incontro per persone che vogliono condividere qualcosa, un’idea, un progetto, con altri. Il mio augurio per il nuovo anno è dunque “viviamo il presente, viviamo zen”».

Mauro Paolotti

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