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In Valsessera l’ex cinema Radar continua a ”divorare” soldi

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L’edificio è stato usato in una sola occasione, nel 2008, per una festa dedicata all’arte bianca

Tanti soldi spesi e nessun risultato conseguito per l’ex cinema Radar di Portula, che si sta dimostrando un vero e proprio “buco nero” di denaro. E’ stato speso un milione e mezzo di euro per aprire la scuola di arte bianca senza riuscirci e ora s’intende trasfomare l’edificio nella casa delle associazioni. Per farlo, però, bisogna ancora mettere di nuovo mano al portafogli. Diventerà la casa delle associazioni e avrà sempre un obiettivo formativo. «Eravamo consapevoli che sarebbe stato necessario investire ancora – spiega Carlo Grosso, presidente dell’Unione montana del Biellese Orientale -. In fondo l’edificio era chiuso ormai da anni». E il conto non è da poco: qualche migliaia di euro per rivedere l’impianto di riscaldamento, 13.300 euro l’impianto elettrico, 12.800 per la copertura, 2.600 euro per i serramenti, 580 euro l’ascensore, 3.400 per le pulizie. Ma sono solo alcune delle somme stanziate. A usufruire degli spazi saranno tre associazioni: Auser, Mani tese e Caritas di Coggiola.

«E’ una eredità che ci siamo presi dalle vecchie comunità montane – ricorda Grosso -. Quando alcune associazioni si sono fatte avanti chiedendoci spazi si è deciso di utilizzare i locali a disposizione a Portula, in fondo in tutti questi anni nessuno si era mai fatto avanti per aprire la scuola di arte bianca». E così i contributi ottenuti dall’ex Comunità montana Valsessera per poter aprire un centro formativo a favore dei giovani serviranno per una casa delle associazioni dove comunque continuerà ad esserci il fine formativo. Il gruppo Auser, per esempio, proporrà una serie di laboratori legati all’artigianato, mentre Caritas e Mani Tese coinvolgono periodicamente giovani nelle proprie attività. Nei giorni scorsi la giunta ha stilato la bozza di convenzione per dare alle tre associazioni i locali a disposizione gratuitamente in comodato.

Ma anche altri gruppi di volontariato potranno farsi avanti con un proprio progetto: il posto non manca di certo. «Abbiamo dato un futuro a un’idea ferma da anni – sottolinea Grosso -. Altro obiettivo è quello di intervenire anche sul mattatoio di frazione Vico, a Trivero, altra struttura completata e di fatto mai affidata. Avremo un confronto con il Comune».
L’edificio dell’ex Radar è stato usato in una sola occasione, nel 2008, per una festa dedicata all’arte bianca. Poi il nulla. La prima idea nacque con la giunta di Gianni Ciliesa, poi fu l’amministrazione di Piergiorgio Fava Camillo a portare avanti le operazioni. Era stato organizzato anche un bando per l’affidamento della gestione, c’era l’appoggio di un’associazione nazionale di panificatori con sede nel Veneto, ma tutto rimase sulla carta.

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