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La ferrata del Falconera conquista i primi alpinisti

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Grazie al libro di vetta è possibile tracciare un primo bilancio delle nuove vie di arrampicata

 A poco più di dieci giorni dall’apertura del complesso “Ferrate del Falconera” è possibile tracciare un primo bilancio grazie al libro di vetta e a qualche testimonianza. Non mancano curiosità e primi record.

«Sabato 25 giugno, giorno della bagnata inaugurazione – dice Ferruccio Baravelli, organizzatore – un alpinista non ha resistito alla tentazione di salire. Così, dopo la pioggia, alle 17, prima che potessimo collocare il libro di vetta sulla cima, il primo salitore ufficiale lasciava un bigliettino. Si chiama Claudio e di fatto è stato il primo a salire ufficialmente la ferrata Falconera. Claudio scrive ancora, nei giorni successivi, che è salito almeno otto volte e trova questa ferrata “sempre più bella”».

Domenica 26 giugno il “polenta party”, saltato il giorno prima per la pioggia, si è comunque tenuto per pochi intimi, che hanno voluto assaporare una giornata al laghetto di Scarpia e poi fare una passeggiata sul sentiero panoramico – geologico, prima che arrivasse l’ennesimo acquazzone. «Ben 14 invece gli alpinisti che sono saliti la stessa mattina prima della pioggia pomeridiana – aggiunge Baravelli -. Sicuramente balza all’occhio chi con 78 anni è salito in solo un’ora e un quarto di arrampicata. Così come il giovane Marco con i suoi 14 anni che, venerdì scorso con mamma, papà e l’amico Alberto di diciassette sale su questa ferrata e al momento forse è il più giovane ad averla affrontata. Nei giorni successivi, seppur feriali, si registrano almeno trenta presenze, in base alle sole firme verificate venerdì scorso. Nella giornata di sabato ancora diversi alpinisti salgono la Falconera, tra cui spicca il gruppo dei sei giunti da Cremona, mentre domenica circa una ventina di alpinisti salgono la parete e arrivano anche da fuori valle. Tra questi quattro “grimmini”».

Si sta parlando solo della ferrata del Falconera, non si sa invece quanti abbiamo compiuto anche o solamente quella didattica del Partusacc. «Il successo di questa ferrata si vedrà nelle stagioni fredde – sostiene la guida alpina Roldano Sperandio – quando si trasformerà in una atletica palestra per alpinisti, ma all’aperto e in una bella comoda zona».
Proprio le guide di Alagna saranno presenti alla Alpàa con uno stand a promuovere le ascensioni sulle ferrate. Intanto è nata una pagina di Facebook dedicata a tutti gli amici del Falconera dove pubblicare le foto, le impressioni e i suggerimenti per offrire il meglio di questa montagna a tutti gli appassionati. Nascono anche le prime idee, come quella di una gara di triathlon “ferrata più mountain bike più corsa in montagna”.
«Vorremmo abbinare un vero e proprio servizio legato ai percorsi che in questa zona ora si possono fare in mountain bike – aggiunge Mario Alesina della scuola internazionale di trial e mountain bike -. Un’opportunità per chi vuole unire l’arrampicata a un giro in Mtb o compiere una discesa diversa e da brivido, proprio per non farsi mancare nulla».
Intanto la “joelette” del Cai Varallo è per ora parcheggiata in bella mostra al ristorante-pizzeria di Piandellavalle, perché tanti possano osservarla e richiederne l’uso, per amici e parenti diversamente abili, da utilizzare lungo il bel sentiero panoramico – geologico che parte dal vicino laghetto di Scarpia.

«Gratificanti ed entusiasti i commenti lasciati dagli alpinisti sul libro di vetta – conclude Baravelli – anche se ciò che prevale è la severità della ferrata pari solo alla bellezza di questo ambiente e del suo panorama, ma soprattutto giungono tanti complimenti per le guide che l’hanno tracciata e realizzata. Un alpinista straniero, che si firma “il profugo”, scrive: “Non avere mai visto bellissima così via con il ferro”. Oppure l’alpinista che scrive:” verticale, strapiombante, quasi estrema concede relax e panorami da urlo! Grazie Valsesia”».
Anche l’assessore varallese Mauro Osti, per la prima volta su una ferrata con la guida Michele Cucchi, non nasconde il suo entusiasmo e scrive: “Grazie a tutti coloro che hanno collaborato alla sua realizzazione, la Valsesia è orgogliosa di voi”.

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