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La lezione del ponte di Locarno, rifatto in un anno | LA LETTERA

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La lezione del ponte di Locarno

La lezione del ponte di Locarno: crollato nel 1978, fu ricostruito in meno di un anno al costo di un miliardo di lire dell’epoca.

La lezione del ponte di Locarno

Dietro ogni ponte c’è una storia da raccontare. Riceviamo e pubblichiamo da Silvio Giubertoni, lettore di Varallo, una riflessione riguardante il crollo del ponte di Romagnano e le vicende connesse alla ricostruzione. «Leggo di molte proposte a proposito del ponte di Romagnano. Vorrei ricordare l’esperienza analoga del ponte di Crevola crollato nel 1978. L’amministrazione di Varallo, sindaco Testa, indisse un appalto concorso per la demolizione del vecchio e la ricostruzione, che fu vinto dalla impresa Lauro. Il ponte lungo 120 metri con tre campate fu completato in meno di un anno e costò un miliardo di lire, tondo tondo; rivalutato ad oggi circa quattro milioni di euro. Come molti ricorderanno, il collegamento tra le due sponde fu assicurato con un guado su tubi in acciaio zincato, realizzato in poche settimane del costo di alcuni milioni di lire».

La posizione

«Faccio notare che l’opera, nonostante si trovi in un punto estremamente sollecitato dalla corrente, ha retto benissimo anche a quest’ultima piena. In seguito vennero realizzate a valle, dal Magistrato per il Po, due traverse che avrebbero dovuto “stabilizzare l’alveo” e che poi il Sesia ha tranquillamente distrutto. Faccio notare che all’altezza della Barca, dove è stata asportata la strada per Locarno, il letto del fiume ha una larghezza notevole e quindi la corrente, se si fosse potuta espandere in modo uniforme, avrebbe perso completamente la propria spinta erosiva; questo vale in generale per tutto il corso del Sesia. Ma perché ciò avvenga occorrerebbe liberarlo sistematicamente (e in modo intelligente) dal materiale depositato ad ogni piena, spostandolo dal centro ai fianchi e usando i massi di grossa taglia come scogliere a bassa pendenza, affinché col tempo ci crescano i salici e arbusti che sono la miglior difesa delle sponde in assoluto. Tutto questo costerebbe poco anche perché la parte fine del materiale potrebbe essere asportata gratis o venduta per farne misto per calcestruzzo ed altro. Quindi non si farà mai».

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