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Niente cardiologo di notte e nei fine settimana: a Borgosesia mancano medici

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Ospedali scampano la crisi dei contratti Covid: saranno tutti prorogati

Niente cardiologo di notte e nei fine settimana: a Borgosesia mancano medici. In caso di urgenza si potrà utilizzare il teleconsulto a distanza con Vercelli. Questo almeno fino a quando non si troveranno nuovi operatori da inserire in organico. Ma la decisione dell’Asl non convince molti amministratori.

Niente cardiologo

In pratica, da qualche giorno l’assetto del reparto cardiologia a Borgosesia viene modificato così: sei posti letto di week surgery afferenti all’area chirurgica, quattro posti di day hospital cardiologico, due posti letto di terapia sub intensiva multidisciplinare, oltre a una attività ambulatoriale con orario 8-16 dal lunedì al venerdì. «Contestualmente non sarà più presente il medico cardiologo in guardia attiva e dalle ore 16 alle 8 del mattino successivo, nonchè nei giorni festivi e prefestivi. In caso di necessità cardiologiche si potrà utilizzare il servizio i teleconsulto a distanza con l’ospedale di Vercelli». In caso estremi, si parte con l’ambulanza verso il capoluogo.

Si riorganizza anche il reparto Covid: «La dotazione di posti letto del reparto Covid dovrà essere ridotta a sette posti letto». Una decisione in linea con l’andamento della pandemia visto che in questo periodo i dati sono decisamente confortanti sia per quanto riguarda i contagi che per quanto riguarda i ricoveri.

Ma la nuova organizzazione lascia aperto più di un punto interrogativo. Primo: il servizio di teleconsulto con Vercelli in assenza di specialista in loco sarà sufficiente? Secondo: quando si potrà tornare a regime normale?

«Si lavora per una soluzione»

Sulla vicenda se ne è discusso anche in consiglio comunale a Quarona con il capogruppo di opposizione Sergio Svizzero che ha presentato una interrogazione al sindaco Francesco Pietrasanta in veste anche di rappresentante dell’area nord alla conferenza dei sindaci all’Asl di Vercelli.

«Le problematiche di assistenza sanitaria sono sotto gli occhi di tutti, in tutta la nazione – spiega Pietrasanta -. L’emergenza Covid, che ha richiesto un enorme sforzo di personale e risorse, ha generato una serie di ritardi e arretrati che adesso vanno assorbiti. In oltre 20 anni di tagli sugli investimenti e la spesa sanitaria, la riduzione delle assunzioni, dovuta alla miopia del numero chiuso al corso di laurea in medicina, i pochi posti delle specializzazioni mediche, hanno bloccato il sistema producendo un costo altissimo. Mancano i medici, non possiamo inventarceli, ma stiamo facendo il massimo per sostituire le carenze». E aggiunge: «Non possiamo dire che va tutto bene, ma neanche che la politica territoriale e la direzione Asl non si stiano muovendo. Sono stati attivati numerosi concorsi di assunzione per infermieri, Oss, personale amministrativo e personale dirigente medico. Presto vedremo i risultati. Stiamo cercando medici che possano sostituire pensionamenti e potenziare i servizi sanitari della Valsesia».

Poi annuncia: « Abbiamo attivato un progetto sperimentale sulla Telemedicina che permetterà di velocizzare i consulti medici meno gravi. La direzione Asl, sempre in contatto con i sindaci del territorio e i suoi rappresentanti, sta predisponendo un piano sanitario ambizioso che tiene conto delle indicazioni nazionali e sovranazionali sul potenziamento dell’assistenza territoriale. Dobbiamo puntare sulla prevenzione che rappresenta l’alternativa alla ospedalizzazione per il trattamento di bisogni di salute che richiedono un’offerta sanitaria di primo livello tecnologico e specialistico».

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Novità su Borgosesia

Pietrasanta poi si concentra sull’ospedale di Borgosesia: «E’ ormai in dirittura di arrivo la terapia intensiva. Una battaglia combattuta dalla politica territoriale e che presto sarà realtà. Quindi non c’è la volontà di ridurre anzi il contrario: l’obiettivo è l’aumento del livello di assistenza del nostro presidio borgosesiano. Certo la carenza dei medici deve obbligare gli amministratori a studiare il modo per attrarre personale specializzato. Non bastano concorsi o carriere professionali, serve puntare sulla capacità di attrattività sociale del nostro territorio. Se un medico sa, che con la famiglia, può andare a vivere in una comunità florida, intraprendente e vivace, sceglierà anche di venire a lavorare nel nostro ospedale di Provincia che nulla ha da pretendere verso i suoi cugini di città.

E su questa sfida siamo tutti allineati e stiamo lavorando dalla Valsesia alla Valsessera. Presto avremo un incontro con la direzione Asl, chiesto proprio per avere un esito della riorganizzazione».

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