Attualità
Palestra di Coggiola, da un anno lavori nella palude della burocrazia
Una modifica del progetto ha causato un blocco
I lavori alla palestra di Coggiola bloccati dalla burocrazia. Nei giorni scorsi erano saliti in paese addirittura alcuni emissari del Ministero della pubblica istruzione proprio per cercare di capire come risolvere l’inghippo. E si vedrà se in un modo o nell’altro di riesce a ripartire, e a terminare l’opera di ristrutturazione e risanamento dell’impianto. Che la vicenda sia una mera questione di carte bollate lo conferma anche il sindaco Gianluca Foglia Barbisin: «Avevamo presentato il progetto e ottenuto i finanziamenti per procedere all’intervento. In corso d’opera però ci siamo accorti che il progetto necessitava di una modifica rispetto a quanto prospettato inizialmente. Abbiamo quindi proceduto ad approvare una variante, ma qui tutto si è bloccato».
In realtà non sono stati previsti chissà quali stravolgimenti, ma tanto è bastato per mandare in tilt la macchina burocratica. E nonostante i continui viaggi a Torino in Regione per far comprendere la situazione la questione rimane ancora aperta.
«Quando abbiamo iniziato i lavori ci siamo accorti semplicemente che non tutte le vetrate andavano sostituite – spiega il sindaco – in compenso serviva un intervento di risanamento all’altezza della tribuna. Insomma bastava trasferire i fondi risparmiati dalle vetrate per il lavoro alle tribune. Sono cose che succedono in diverse situazioni, ma di fatto questo ha bloccato l’intera macchina». E il sindaco conferma: «E’ ormai un anno che il cantiere è fermo e i lavori non vanno avanti, anche se per fortuna la palestra è comunque utilizzabile dalle scuole senza problemi». Ma di fatto all’esterno rimane un cantiere. Nei giorni scorsi un gruppo di incaricati dal Ministero è giunto a Coggiola per valutare la situazione. «Sembra che ci siano buone possibilità di risolvere la cosa – ammette il sindaco – e poter tornare ad avviare i lavori per portarli in breve tempo alla conclusione. Non siamo stati comunque fermi come amministrazione, abbiamo fatto diversi viaggi a Torino per cercare una soluzione».
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