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Prato Sesia da una docente universitaria l’idea dello “sbarazzo” dei libri

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Prato Sesia, i libri in regalo da una docente universitaria che vuole promuovere la cultura del riuso: «Gli oggetti che a noi possono sembrare inutili per altre persone possono avere un valore che noi non vediamo».

Prato Sesia, libri in regalo

Libri in regalo esposti sotto casa: l’idea che è piaciuta molto ai pratesi e nel circondario è di una docente universitaria. Roberta Bosisio ha improvvisato un banchetto al quale possono attingere gratuitamente tutti coloro che sono interessato. E l’iniziativa sta avendo successo: molte persone, afferma l’insegnante, si sono fermate a prendere i testi che desideravano. Addirittura qualcuno ha ritirato un’enciclopedia del cane in otto volumi. Romanzi, saggistica, e generi vari sono a disposizione gratuitamente di chi li cerca. Ci sono anche curiosi ricettari di cucina indiana e africana, testi illustrati, magari per bambini.

Niente sprechi

«Ho moltissimi libri e oggetti di famiglia – afferma Bosisio, docente all’Università di Torino al Dipartimento di cultura politica e società -. I libri mi piacciono, ma non ho il posto per tenerli tutti. Mi sembrava una buona idea proporre un mercatino di fronte alla porta di casa, in via Fra’ Dolcino. Gli oggetti che a noi possono sembrare inutili, non piacerci, superflui, per altre persone possono avere un valore che noi non vediamo. Per me è molto importante non sprecare e non fare rifiuti, soprattutto perché si tratta di cose fruibili, non si tratta di oggetti rotti, consumati. Sistemando ho fatto una selezione e ho pensato di provare a metterli a disposizione».

La cultura del riuso

«Ho notato però che diverse persone erano anche un po’ imbarazzate, non osavano fermarsi a guardare e a prendere – prosegue – Una signora mi ha detto che aveva preso due libri, e mi ha chiesto se glielo dovevo restituire, io ho risposto che sono in regalo. L’idea nasce da un concetto che comprare o prendere oggetti usati è visto ancora in modo sbagliato. Un po’ lo si associa alla povertà ed a quest’ultima come colpa e ci si vergogna a dire che si è comprato in un negozio dell’usato. Non c’è una cultura del riusare. A Chiavari c’è l’usanza dello “Sbarazzo”, anche i negozi mettono a disposizione la loro merce con oggetti vecchi. Ciò che per noi è superfluo, per un’altra persona è essenziale, ciò che per noi è brutto, per un’altra persona è bello. E’ gratificante sapere che qualcosa che ho ma che non apprezzavo ha fatto piacere a qualcuno. In questo periodo le persone fanno ordine nella loro casa e ordine interiore, in questo tempo possono dare una mano».

Lo “sbarazzo”

La prof però non è nuova ad iniziative analoghe, anche se circoscritte alla cerchia di conoscenze. «Con le mie amiche abbiamo fatto un’iniziativa di scambio vestiti: è bello vedere un abito che non indossi più sulle persone a cui vuoi bene. Li vedi rinascere». Un’iniziativa tanto sentita che Bosisio intende proporre all’amministrazione comunale l’idea dello “Sbarazzo” ligure. «Sarebbe bello dedicare dei giorni durante i quali le persone mettono fuori dalla propria porta ciò che non si usa più. So che alla chiesetta al Castello in collina c’è una piccola teca in cui ci sono dei libri, per chi sale e si vuole sedere a leggersi il libro. Mi sono sempre chiesta di chi fosse l’iniziativa. Dopo la selezione ho pensato di donare i testi alla biblioteca, ma ho provato a partire da casa mia. Ovviamente piacerebbe anche a me trovare un oggetto che cercavo o che non mi aspettavo».

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