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Pray cassa integrazione alla Trabaldo Togna per salvare tutti i 107 lavoratori
Pray cassa integrazione alla Trabaldo Togna per salvare tutti i 107 lavoratori. Si tratta di un nuovo tipo di ammortizzatore sociale che permetterà all’azienda di superare questa fase economica segnata dal Covid, tutelando il personale.
Pray cassa integrazione alla Trabaldo Togna per salvare tutti i 107 lavoratori
«L’azienda ha dichiarato di avere un bilancio al di sotto del 50 per cento – spiega Alessandra Ranghetti della Cisl -. E quindi rientra a pieno titolo nell’ambito della cassa Sostegni bis. La situazione dell’azienda di Pray è un po’ come in tutte le ditte tessili in questo momento. Purtroppo ci troviamo ancora in una situazione difficile per tutto il settore». Ci sono buone prospettive di crescita, ma i segnali sono ancora troppo deboli.
La Trabaldo Togna aveva già avviato la cassa Covid, una decina di dipendenti a zero ore altri invece ruotavano nell’arco del mese.
La Cassa Sostegni bis
C’è già stato un incontro tra i sindacati di settore Filctem Cgil, Uiltec Uil e Femca Cisl con la proprietà rappresentata dall’amministratore delegato Luca Trabaldo Togna. E la soluzione del decreto Sostegni bis è la via migliore per poter superare questo momento di crisi. Si tratta di 26 settimane di cassa integrazione ma con limiti sulla riduzione di orario (quindi non può essere a zero ore) ed accesso condizionato all’impegno a non ridurre i livelli occupazionali. Non solo: è utilizzabile dai soli datori di lavoro privati con un calo di fatturato pari ad almeno il 50% nel primo semestre 2021 rispetto all’analogo periodo 2019 (dunque, sul periodo precedente al Covid) ed è necessario un accordo collettivo aziendale. Dunque, una cassa emergenziale molto limitata e mirata ai casi di maggiore necessità, volta ad evitare gli abusi da un lato ma anche ad incentivare la conservazione di posti di lavoro nei settori più in crisi.
Ammortizzatori
Finora, infatti, gli ammortizzatori sociali straordinari previsti per affrontare l’emergenza Covid sono stati accompagnati da un blocco dei licenziamenti che però sta per terminare: il 30 giugno per l’industria e l’edilizia, il 31 ottobre per il commercio e i servizi. Mentre per quanto riguarda la retribuzione (senza eventuali aumenti retributivi previsti nei sei mesi precedenti) è pari al 70 per cento della somma spettante per le ore non lavorate.
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