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Pray nipote ricorda Luciano Callegaro, stroncato da malore sul trattore. La lettera

Giulia racconta aneddoti e storie del nonno: «Tu vivrai sempre e non sarai mai dimenticato»

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luciano callegaro

Pray nipote ricorda Luciano Callegaro, stroncato da malore sul trattore. La lettera. Ha lasciato un grande vuoto Luciano Callegaro, 87 anni di Pray, all’interno della sua famiglia. Due settimane fa era stato stroncato da un malore mentre era alla guida del suo trattore.

Pray ricorda Luciano Callegaro, era stato colto da malore

Un dolce ricordo arriva dalla nipote Giulia che ha voluto scrivere una lettera a lui dedicata.

«Se mi chiedessero tre aggettivi per descrivere Luciano Callegaro utilizzerei: brillante, testardo e impavido. Brillante nel suo modo di fare, la luce che ha negli occhi fa prestare attenzione appena apre la bocca a quello che dice e in cuor tuo sai già che ciò che ti sta dicendo un giorno ti tornerà utile. Testardo per tutti quelli che lui ritiene i suoi doveri e quelle che invece sono le sue grandi passioni, ostinato a tal punto da non porsi mai limiti. Impavido nel modo di affrontare la vita, lui non ha paura di fare fatica, di farsi male né tantomeno della morte; la rappresentazione fatta ad uomo del ‘carpe diem’, prende tutto quello che viene e lo affronta senza porsi limiti .

Il legame con il Veneto

Ha un amore spassionato per il Veneto, precisamente Arquá Petrarca dove nasce e trascorre i primi sei anni di vita, per poi trasferirsi in Piemonte, questo suo forte attaccamento lo porta, a 17 anni, ad andare in motorino fino in Veneto per riabbracciare I suoi amati parenti, senza una cartina e ovviamente senza internet. Negli ultimi anni tornò altre volte dai suoi cugini accolto da lacrime di gioia e forti emozioni per i ricordi sopravvenuti, dalle memorie di quando, durante la guerra, i suoi fratelli trasportavano le bombeda una trincea all’altra per aiutare i soldati o della grande pianta di mandorle che risiedeva nel suo giardino e che ancora oggi radica ad Arquà Petrarca o ancora di bravate fatte in gioventù con molteplici risate, risate piene di vita, risate piene di consapevolezza di chi sa di aver vissuto.

La passione per la bici

Il suo più grande amore però rimane la bici da strada, passione che lo accompagna fin dalla giovane età, della quale parla con chiunque con un coinvolgimento tale da far sentire l’ascoltatore anch’esso in sella accarezzato dal vento con una goccia di sudore sulla fronte. Vince molte gare e i numerosi diplomi che attestano i suoi trionfi sono appesi orgogliosamente alle pareti di casa. In sella alla sua bicicletta fa giri di ore ed ore. Non importa quanti anni abbia, perché sostiene che questi non vanno a definire la propria possibilità di praticare quello che gli piace, importa solo questa grande passione e la resilienza che da sempre lo caratterizza.

Dopo un’interruzione di qualche anno dalla bicicletta conta ancora di tornare a pedalare. Sono sicura che lo farà. Viene chiamato Killer del tappeto verde. “Killer” per le sue lunghe basette e il suo lungo soprabito di pelle nera, “dal tappeto verde” perché molto abile a giocare a carte soprattutto a Scopa, si diletta a giocare con un filo di presunzione dice di essere agile e bravo, racconta di non perdere mai vincendo spesso dei premi.

E’ un uomo eccentrico che viaggia per anni su una Jaguar d’epoca, che un giorno decide di verniciare di fucsia. Lui non vuole essere come tutti gli altri. Vuole essere riconosciuto e ricordato. Questo trapela dalle sue auto, dal suo vestiario e nei gioielli che indossa. Dopo diversi problemi e ricerche sfrenate di un ricambio per sistemare l’auto è a malincuore costretto a cambiarla con un’altra macchina per nulla usuale o scontata. Le auto gli sono sempre piaciute, ne possiede diverse negli anni e ne va molto fiero, tenendole sempre in modo impeccabile.

Tantissimi aneddoti di vita

Dopo poco tempo a lavoro nelle fabbriche tessili inizia quella che sarebbe stata la carriera che lo accompagna per tutta la sua vita, il muratore ma più precisamente il ‘traboccante’, impara il mestiere negli anni passati in Svizzera e tornato in Italia lavora senza sosta formando una famiglia numerosa e costruendo la sua casa ,arroccata su una collinetta di Pray, interamente costruita da lui mattone su mattone, da tutti scambiata per un bellissimo castello. Casa che scalda con la “sua legna” che immancabilmente si preoccupa di preparare, inverno dopo inverno senza sosta, in sella ai suoi trattori. Farlo stare fermo è impossibile perché lui è uno spirito libero e chiedergli di fermarsi è come chiedere ad un’aquila di smettere di volare.

Quando non lavora ama prendere il sole, essere abbronzato gli piace; al contempo gli piace anche uscire, è una persona molto socievole, e spesso va in bar o circoli per giocare a carte o soltanto per ascoltare la musica o ancora per essere circondato di persone, vederle ballare, sentirsi vivo. E’ sempre stato un bell’uomo, attraente esteticamente e nei modi; sia a casa che fuori tiene banchetto con i suoi racconti e con la sua risata calda e sonante che contagia tutti.

Lui la sua età non la dice a nessuno perché invecchiare non rientra nel suo vocabolario e questo si ritrae anche nel suo corpo ancora giovane e bello per l’età che ha, questo ha portato tutti a pensare che fosse immortale ma purtroppo non è così e il 30 agosto si è addormentato nel suo bosco.

“Tu vivrai nei nostri ricordi”

Ho scritto tutto questo al presente perché Luciano tu vivi e continuerai a farlo: in quel raggio di sole che abbronza, in una pedalata, in una macchina d’epoca, in una mano di carte, nel ricordo del tuo sorriso e dei tuoi occhi, nei rumore dei tuoi piedi striscianti che annunciano il tuo arrivo in cucina.

Quindi tranquillo nonno, so che non ti piaceva essere chiamato così ma concedimelo per questa volta, tu vivrai per sempre e non sarai mai dimenticato».

La tua nipotina Giulia

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