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Prenotare una visita specialistica? Un’odissea. La protesta di un cittadino di Varallo

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Prenotare una visita specialistica? Un’odissea. Lo sfogo del varallese Ferruccio Baravelli.

Prenotare una visita specialistica? Un’odissea

A metà agosto il medico di famiglia gli prescrive una visita specialistica dermatologica. E qui inizia una vera odissea per Ferruccio Baravelli, varallese, molto conosciuto in zona per il suo impegno all’interno dei Cai, anima del Grim, appassionato della montagna e dello sport in generale.

Visita cardiologica

Dopo la brutta esperienza vissuta lo scorso dicembre quando ha temuto per un problema cardiaco, , oggi è alle prese con un problema decisamente meno grave ma che ha a che fare sempre con la sanità.

Un calvario senza fine

«Il 17 agosto il mio medico di famiglia mi prescrive una visita specialistica per un gran fastidio di origine dermatologica. Provo a prenotare con la App e non c’è speranza, nessuna disponibilità da nessuna parte».

«Provo in farmacia, idem su Vercelli e Borgosesia nonché Varallo, non c’è disponibilità. Per il resto non sono in grado neanche di dirmi, perché sino a settembre il loro sistema non consente di cercare altri centri piemontesi fuori provincia. Provo col magnifico numero verde: “richiamare più tardi tutti gli operatori sono impegnati” è la frase ripetuta all’infinito».

«Rinuncio e comincio a curami da solo, peccato non possa anche rinunciare a pagare le tasse per un servizio sanitario di questo tipo. Dopo due settimane il problema non solo non si risolve ma c’è una improvvisa recrudescenza, mi serve proprio un dermatologo».

Una luce in fondo al tunnel… a Cigliano

E ricomincia il calvario. «Riprovo con la App e non c’è speranza, nessuna disponibilità anche allargando la cerchia a tutto il Piemonte. Riprovo col numero verde e riparte il solito ritornello “richiamare più tardi tutti gli operatori sono impegnati”. Sento il medico, sostituto del mio medico di famiglia, che non sa come aiutarmi e mi consiglia di riprovare in farmacia».

«Vado in farmacia e miracolosamente esce un risultato. Tra 51 giorni disponibilità a Cigliano, ore 9 del mattino. Oppure più comodamente, si fa per dire, a Vercelli ma i tempi vanno ben oltre i 51 giorni. Seppur pensionato, “io speriamo che me la cavo”, ma come accidenti potrebbe fare uno più anziano di me a raggiungere Cigliano alle 9 del mattino, magari con mezzi pubblici inesistenti? Siamo all’apoteosi dell’assurdità. Ciò che ti allontana dalle istituzioni e ti porta a immaginare una reazione a tanta impotenza di fronte a quanto ti sarebbe istituzionalmente dovuto. E prima o poi succederà, purtroppo».

L’appello al presidente Mattarella

La domanda sorge dunque spontanea e Baravelli la rivolge nientemeno che al presidente della Repubblica. «Ma solo noi contribuenti abbiamo degli obblighi, come l’obbligo del vaccino, l’obbligo di pagare le tasse per avere dei servizi di questo tipo? Lo Stato, le istituzioni, il servizio sanitario nazionale, caro presidente Mattarella, hanno ancora qualche obbligo verso di noi?»

«Mi sento come tanti vittima di un sistema fallimentare, seppur in uno stato democratico, che ci vede tutti impotenti di fronte alla negazione di servizi essenziali. Penso agli anziani, le cui lacrime non fanno più testo e che in passato avrebbero indignato chiunque».

Situazione sconfortante

«Penso agli ammalati gravi, soprattutto quando sono soli e abitano in luoghi dove i trasporti e le comunicazioni con i grandi centri sono difficili per non dire inesistenti. Infine penso al nostro ospedale di Borgosesia che non è stato preso neppure in considerazione alla mia richiesta per ottenere questo servizio, ospedale che sembra non esistere più da quando è diventato un Centro regionale Covid. Manco tra sei mesi mi è stata proposta una visita a Borgosesia».

Alla fine, nello sconforto totale, Baravelli decide che invece di spendere 21,70 euro ne spenderà una ottantina ma almeno tra quattro giorni, a Borgosesia, capirà come deve curare il suo fastidioso problema, privatamente.

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