Attualità
Quando il presidente del Romagnano calcio era il tecnico luci della Carrà
Quando il presidente del Romagnano lavorò al fianco di Raffaella Carrà… Gaetano Simone racconta la grande artista scomparsa alcuni giorni fa.
Quando il presidente lavorò con Raffaella Carrà
Un romagnanese nel team di Raffaella Carrà. «Grande artista e grande donna. Sono orgoglioso di averla conosciuta». Era il 1979 e nella tournée in Spagna della grande artista italiana, morta lo scorso 5 luglio, c’è anche Gaetano Simone, da anni presidente del Romagnano calcio. «Ero dipendente di una ditta del paese, che realizzava impianti luce – racconta l’uomo – e per anni il mio lavoro è stato quello di tecnico per i concerti. Ho collaborato con grandi artisti come Lucio Dalla e Renato Zero, ma la Carrà era speciale».
In Spagna
Nell’estate di 42 anni fa, Simone ha seguito l’avventura della showgirl in terra spagnola: «Un viaggio di 63 giorni, durante il quale avremmo fatto una sessantina di concerti. A livello professionale un’esperienza massacrante – riprende Simone – ma eccezionale sotto il profilo umano. Faceva molto caldo, si viaggiava a volte su strade non asfaltate e in uno dei pochi giorni di riposo la Carrà si era preoccupata di prenotarci un posto in una sorta di oasi verde all’interno di un hotel per farci rilassare. Una persona davvero eccezionale e una professionista incredibile. Sul lavoro dava del “lei” a tutti, ma aveva un’umanità che è perfino difficile descrivere».
Una persona riservata
Simone ha saputo della morte della grande artista italiana, il cui funerale è stato celebrato venerdì, con tanto di diretta tv, dai social: «Mi sono commosso – ammette Simone -, ma non mi sono sorpreso del fatto che non si sapesse fosse malata. La riservatezza, infatti, era un’altra delle sue qualità. Pur di non far soffrire gli altri, certe cose se le teneva per sé. Io ho avuto la fortuna di lavorare con lei e di conoscere anche la sua mamma, durante un pranzo di Natale, al quale aveva voluto tutti i suoi collaboratori».
La squadra
Quella tournée in Spagna, inutile nasconderlo, è ancora molto presente nei ricordi di Simone: «Siamo partiti dopo alcune serate in Italia e della “combriccola”, se così possiamo chiamarla, facevano parte, oltre alla Carrà, anche otto ballerini, tra cui ricordo Enzo Paolo Turchi, cinque tecnici, una segretaria, un autista e una sarta, che ci faceva un po’ da mamma. E Raffaella, pur essendo molto riservata, aveva un occhio di riguardo per tutti. Era davvero una grande professionista, amatissima dal pubblico. In Spagna tutte le sere c’era il pienone e le gente che veniva agli spettacoli era in delirio. Ricordo un’altra serata all’isola di Gozo, nell’arcipelago maltese: al suo arrivo una festa incredibile, gli organizzatori erano andati a prenderla all’aeroporto con delle auto e sembrava quasi che arrivasse il Papa. Ancora adesso sono innamoratissimo di quel lavoro, grazie al quale ho conosciuto grandi artisti. E’ stato bello collaborare con ciascuno di loro, conoscere i loro pregi e anche i loro difetti a volte. Andare su un palco non è facile, ma ho vissuto tante emozioni con tutti, ma con la Carrà in particolare».
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