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Siringhe e spaccio nei boschi di Ghemme. Il punto della polizia locale

La comandante della polizia municipale Anna Assi ha messo in luce il fenomeno durante il recente incontro con gli studenti delle medie.

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Siringhe e spaccio nei boschi di Ghemme. Il punto della polizia locale

La polizia municipale contro la droga

«Nei nostri boschi siringhe, spinelli e strumenti per lo smercio della droga». La comandante della polizia municipale Anna Assi ha messo in luce il fenomeno durante il recente incontro con gli studenti delle medie che si è tenuto a Ghemme. «Abbiamo mostrato ai ragazzi il pericolo e i danni della droga – spiega -. Nell’incontro si sono dimostrati attenti e collaborativi. Proseguiremo con questi incontri anche in altri Comuni». La “lezione” con la polizia municipale alla scuola media di Ghemme rientra in un progetto finanziato dal ministero dell’Interno sulla prevenzione alla droga ed è stato organizzato in collaborazione con la dirigenza scolastica.

A Ghemme, come in altri centri, la diffusione degli stupefacenti è una realtà purtroppo ben presente, ed è diventata più volte notizia di cronaca. «Anche sul nostro territorio si ritrovano segnali che indicano la presenza di sostanze stupefacenti – afferma Anna Assi – Abbiamo voluto così mostrare ai ragazzi il pericolo. L’iniziativa è condivisa tra i Comuni di Ghemme, Sizzano e Fara, che sono i paesi nei cui boschi, complice anche la vicinanza con il casello autostradale, si effettuano scambi di sostanze stupefacenti. Chi fa circolare la droga cerca di avvicinare i ragazzini dell’età in cui cominciano a uscire di casa da soli: gli studenti delle medie sono tra i più a rischio e proprio per questo ci siamo rivolti a loro».

La schiavitù della droga

La comandante della Polizia locale ha vissuto e lavorato a lungo a Roma e ai ragazzi ghemmesi ha descritto le situazioni che ha sperimentato nella grande città. «Però il fenomeno è presente anche qua – spiega -. Ai ragazzi abbiamo mostrato i danni che crea la droga al cervello, come incide sulla memoria, sulla capacità di sviluppo e come obbliga chi ne fa uso a diventare schiavo di chi gli fornisce le sostanze che creano dipendenza. Nei boschi abbiamo trovato siringhe, attrezzature per la lavorazione della droga, residui di spinelli: sappiamo che circola di tutto, perché si comincia con le cose più semplici, come il “fumo”, per poi passare alle sostanze più pesanti. Ho voluto sottolineare anche il fattore della schiavitù, raccontando che ci sono ragazzi che arrivano a rubare in casa o peggio, pur di procurarsi i soldi per la droga. Noi stiamo seguendo questo percorso, perché è dalla scuola che si parte per fare educazione. Abbiamo intenzione di portare il progetto anche in altri paesi, contando sulla collaborazione delle Amministrazioni. Da parte degli agenti di Polizia municipale la disponibilità c’è».

(foto Sandro Mori)

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