Seguici su

Attualità

Tecnico di Alagna tra gli indagati del Mottarone: è l’uomo che realizzò la “testa fusa” della funivia

Pubblicato

il

funivia del mottarone

Tecnico di Alagna dipendente Leitner nella lista degli indagati per la tragedia del Mottarone. L’azienda: «Un atto dovuto. Da parte nostra massima disponibilità a collaborare con gli inquirenti».

Tecnico di Alagna tra gli indagati

Si allarga l’inchiesta relativa ai fatti del Mottarone. Tra gli indagati anche un tecnico di Alagna. Subito dopo la tragedia la procura di Verbania arrestò il gestore della funivia, Luigi Nerini, il direttore d’esercizio Enrico Perocchio di Valdilana, e il capo servizio Gabriele Tadini. Dopo qualche giorno i primi due vennero scarcerati, mentre Tadini è stato mandato ai domiciliari nella casa di Borgomanero.

Dirigenti e tecnici

Le indagini sono proseguite e nei giorni scorsi la procura di Verbania ha iscritto altre undici persone nel registro degli indagati: c’è Anton Seeber, presidente del Consiglio d’amministrazione della Leitner, Martin Leitner, consigliere delegato della stessa azienda, Peter Rabanser, dirigente responsabile del Customer Service della Leitner. Tra i nuovi indagati anche Rino Fanetti, di Alagna, dipendente Leitner, che ha realizzato la testa fusa della fune traente superiore della cabina 3 (in pratica, la parte terminale del cavo traente). Scorrendo l’elenco poi ci sono anche il legale rappresentante di Rvs Fabrizio Pezzolo e l’operatore Davide Marchetto, oltre a Alessandro Rossi, legale rappresentante della Sateco che aveva effettuato le prove magneto-induttive a novembre 2019 e Davide Moschitti, come operatore di controllo. Tra gli indagati poi Federico Samonini, legale rappresentante della Scf Monterosa che aveva effettuato il controllo visivo della testa fusa.

La Leitner

In una nota la società Leitner chiarisce la posizione dei suoi vertici e collaboratori: «Avendo in essere Leitner un contratto di manutenzione con la società Ferrovie del Mottarone, l’iscrizione da parte della Procura di Verbania nel registro degli indagati di alcuni suoi dirigenti e collaboratori è un atto dovuto. Nella ferma consapevolezza, che trova riscontro nell’ampia documentazione a disposizione della magistratura, di aver effettuato l’attività di manutenzione e i relativi controlli nel pieno rispetto del contratto e delle norme vigenti, ribadiamo ancora una volta la nostra massima disponibilità a collaborare con gli organi inquirenti»

La “scatola nera”

Intanto la procura di Verbania si è associata alla richiesta della difesa di Enrico Perocchio di un accertamento anche sulla cosiddetta “scatola nera” e in particolare su “ogni altro dispositivo/supporto riconducibile al sistema di registrazione dei dati/degli eventi dell’impianto a fune”, a condizione che la perizia abbia ad oggetto “non solo la copia forense” ma “anche l’estrapolazione e l’analisi dei dati”.

Continua a leggere le notizie di Notizia Oggi Borgosesia e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *