Attualità
Trivero, alla Brughiera nasce la ”casa” dei profughi
I primi ospiti sono due giovani che provengono dal Gambia: lavoreranno nell’artigianato
Alla Brughiera, l’abitazione del custode del santuario è diventata una casa di accoglienza per stranieri in cerca di riscatto. Per il momento ci sono due posti, e la gestione dell’alloggio è curata dall’associazione “Cresco” di Trivero (acronimo di Crescita responsabile e sviluppo della comunità). I primi ospiti sono due giovani che vivono in Italia e provengono dal Gambia. I ragazzi avranno modo di studiare per poi tornare nel loro paese e realizzare un microprogetto. Questa iniziativa è stata illustrata alla Brughiera alla presenza di una cinquantina di persone, artigiani e aziende che hanno contribuito al progetto di ristrutturazione dei locali, mentre l’associazione Delfino ha fornito i mobili.
«Ogni anno – spiega Raffaella Dellavalle, responsabile dell’associazione – vado per volontariato in Turchia, Romania o in Africa. L’associazione Cresco è nata anche per dare un supporto e un futuro a questi giovani, che vogliono impegnarsi negli studi e che intendono migliorare la vita nel proprio paese di provenienza. Coi primi ragazzi avvieremo un ‘’patto’’ di sostegno, dove noi offriamo accoglienza, vitto e alloggio e loro, con il ricavato del proprio lavoro, frequenteranno tirocini finalizzati all’inserimento lavorativo. Ogni 3 o 6 mesi i ragazzi ruoteranno e ne arriveranno altri».
In questi mesi i volontari hanno risistemato la casa della Brughiera, messa a disposizione dal rettore don Dino Lanzone, rendendola accogliente e idonea alle attività e alla vita quotidiana degli ospiti. «Abbiamo lavorato molto a questo progetto – continua Dellavalle – e saremo presenti per dare modo a questi ragazzi di poter studiare, dando loro una possibilità. Li accompagneremo nell’integrazione fornendo il sostegno necessario. In particolare, questi primi due giovani lavoreranno nel campo dell’artigianato. La nostra sfida è quella di offrire la possibilità ai ragazzi stranieri, non rifugiati, di frequentare un periodo di approfondimento in Italia, per poi tornare nel loro paese di origine con le basi necessarie a realizzare dei microprogetti».
L’associazione Cresco opera in diverse missioni, in Benin e a Chaaria, in Kenya, dove è impegnata a realizzare un ambulatorio di oculistica e nella formazione specialistica di fisioterapia alla disabilità. Chi volesse conoscere più da vicino l’attività dell’associazione o dare il proprio contributo può contattare i responsabili ai numeri 347 3673990, 366 1097876 oppure visitare la pagina Facebook.
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