Attualità
Troppi rifiuti, la strada la puliscono due ragazzi
Lucrezia Zanin e Paolo Castelletti hanno raccolto tutta l’immondizia abbandonata sul ciglio della Plello-Cellio
Tanti automobilisti hanno scambiato la Plello-Cellio per una pattumiera, gettando rifiuti di ogni sorta dal finestrino. E così due giovani hanno deciso di armarsi di guanti e sacchetti dell’immondizia e di ripulire l’intero tratto. L’iniziativa è di Lucrezia Zanin ventiduenne residente a Cellio e del fidanzato Paolo Castelletti di Romagnano.
«Spesso percorriamo questo tratto di strada per correre o semplicemente per una passeggiata – spiega Zanin – e purtroppo ogni volta ci imbattiamo in moltissimi rifiuti, è una schifezza. C’è immondizia ovunque: vengono gettati pacchetti di sigarette, lattine di birra, bottigliette di plastica, e abbiamo trovato anche abiti, cartacce, preservativi e molto altro ancora». Stufi di dover correre facendo lo slalom tra i rifiuti abbandonati, i ragazzi hanno deciso di pensare da sè alla pulizia della strada: «L’obiettivo era di ripulire l’intera strada, ma siamo stati mossi anche dalla curiosità di vedere quanti sacchi dell’immondizia avremmo riempito – dice ancora Zanin -. E purtroppo il risultato è stato superiore alle nostre già pessime aspettative. Siamo partiti con cinque sacchi vuoti di immondizia, immaginavamo che sarebbero stati sufficienti o addirittura troppi e invece non è stato così: in poco tempo li abbiamo riempiti tutti, poi fortunatamente abbiamo trovato una signora che, vedendoci lavorare, ci ha passato un altro sacco dell’immondizia».
Era ormai da tempo che i rifiuti sul ciglio della carrozzabile non venivano raccolti: «Purtroppo praticamente tutte le volte che abbiamo percorso questa strada abbiamo sempre trovato uno schifo – conclude la ragazza -: credo che troppe persone, dotate di poco senso civico, considerano la strada come un grosso bidone dell’immondizia, nel quale gettare i rifiuti dal finestrino dell’auto. Dimostrando così di non avere rispetto nè per l’ambiente nè per le altre persone».
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