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Un anno di insulti e minacce alla compagna: condannato 42enne valsesiano

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Un anno di insulti e minacce alla compagna: condannato 42enne valsesiano.La giustizia di fronte all’ennesima storia fatta di angherie e di violenze contro una donna è stata veloce.

Un anno di insulti e minacce alla compagna

Un 42enne valsesiano è stato arrestato e condannato in primo grado dal tribunale di Vercelli a due anni e due mesi. Pena che ha trovato la conferma anche in Corte d’Appello nonostante il ricorso presentato dai suoi difensori. Le prove a suo carico sono state ritenute valide dai giudici.

Ora la donna ha ricominciato a vivere, ha intrapreso un percorso di recupero grazie al centro antiviolenza “Ricomincio da qui” di Santhià che le è stato accanto in questo periodo.

I fatti nel 2021

I fatti risalgono al 2021.  Durante il processo e nella denuncia la donna aveva raccontato episodi agghiaccianti. Tutto era iniziato con le scenate di gelosia per motivi futili, si era trovata sul cellulare messaggi minatori da far gelare il sangue. La donna era scappata già una volta dalla furia del suo compagno, era però tornata per recuperare almeno il cellulare e all’interno dell’abitazione aveva trovato l’uomo che l’aveva nuovamente minacciata invece che tentare una conciliazione. Era scappata così di nuovo. Solo il giorno dopo quando lui era al lavoro aveva trovato il coraggio di rientrare almeno per prendersi le sue cose trovando l’appartamento completamente distrutta dalla furia dell’uomo: aveva divelto la canna fumaria gettandola sulla poltrona, la casa era completamente sotto sopra.

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In un’altra occasione la donna era stata minacciata con due coltelli dal suo compagno ossessionato dall’idea che lei lo potesse lasciare. Era arrivato a puntarle anche una lama proprio all’altezza del collo facendo il chiaro segno dello sgozzamento. Sempre il compagno pretendeva che la donna gli consegnasse la sua auto e che lo mantenesse. Alla fine era partita la denuncia, le indagini dei carabinieri furono rapide e determinanti per raccogliere tutti gli elementi necessari.

L’aguzzino venne arrestato e poi condannato sia in primo grado che in appello. La vittima, assistita dall’avvocato Davide Arri, si era costituita parte civile. Per lei è stata disposta una provvisionale di 8mila euro.

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