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Un vigile del fuoco di Portula tra gli ”angeli” dell’hotel Rigopiano

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Roberto Scalcon è stato tra i primi a mettersi a scavare alla ricerca di superstiti

Tra gli operatori che per primi sono arrivati a scavare sotto la valnga che ha travolto l’hotel Rigopiano, c’è anche un un vigile del fuoco che vive a Portula. Si tratta di Roberto Scalcon, partito subito con una squadra del Piemonte formata da tecnici abilitati a interventi su neve e valanghe, per cercare di trarre in salvo chi è scampato al disastro avvenuto mercoledì scorso.

«Abbiamo davvero fatto fatica a raggiungere il luogo dove sorgeva l’hotel – racconta Scalcon –. Erano caduti due metri di neve e noi siamo arrivati con gli sci da alpinismo. Le ricerche sono iniziate giovedì e nella zona c’erano già altri soccorritori. La struttura è stata completamente spazzata via. Attorno a noi c’era solo neve e c’erano cumuli di macerie ovunque. All’inizio è stato difficile capire da dove iniziare le ricerche, però abbiamo iniziato subito».

I soccorritori hanno effettuato i sopralluoghi, fatto sondaggi iniziando a scavare alla ricerca di persone da trarre in salvo, tra le macerie dell’albergo. «E’ stato fatto un buco sul retro della struttura – continua Scalcon – e un vigile del fuoco è entrato dentro. Da questa apertura nel tetto ci sono stati i primi contatti con le persone che sono sopravvissute. Alcuni locali erano abbastanza integri, o comunque poco coinvolti dalla caduta della slavina. Dalle intercapedini si potevano sentire le loro voci e capire che erano vivi. Gli spazi erano ristretti per le macerie, ma con l’impegno di tutti si è riusciti ad estrarre bambini e persone vive».

I soccorritori hanno lavorato senza sosta, per localizzare le persone ancora in vita, utilizzando anche delle cartine dell’albergo, mani nude, con le pale e tutti i sistemi tecnologici di cui potevano disporre. E nei primi giorni gli sforzi delle squadre di soccorso sono stati premiati con il ritrovamento di persone in vita, tra le quali i quattro bambini che erano all’interno della struttura e che sono stati messi in salvo venerdì scorso.

«Cosa c’è di più bello di ritrovare persone vive? – conclude Scalcon –. Vedere i sorrisi dei bambini che sono stati salvati, e che fortunatamente stanno bene, è un’emozione incredibile».

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