Attualità
Valbusaga, si amplia la casa di accoglienza della mamma e del bambino
La nuova costruzione, che sorgerà tra l’edificio principale e Casa Pietro, si svilupperà su tre livelli e ospiterà un grande magazzino, il garage e un punto gioco per i bambini.
Avviato il cantiere per l’ampliamento della Casa di accoglienza della mamma e del bambino di Valbusaga. La nuova costruzione, che sorgerà tra l’edificio principale e Casa Pietro, si svilupperà su tre livelli e ospiterà un grande magazzino, il garage e un punto gioco per i bambini.
I lavori di costruzione avranno una durata di almeno due anni. A struttura ultimata la Casa di accoglienza potrà ampliarsi e mettere a disposizione spazi per ospitare due nuclei familiari in Casa Ester, attualmente utilizzata come magazzino.
«Da tempo avevamo bisogno di uno spazio da adibire a deposito e garage, dove potesse trovare posto anche un locale per il gioco dei bambini – spiega don Gianni Remogna, presidente dell’associazione -. Non sarà dunque uno luogo a disposizione delle mamme, ma uno spazio per migliorare i servizi che offerti. In questa casa potranno ad esempio esser ritirati i passeggini, le carrozzine, i giochi e tutto ciò che occupa spazio e a volte provoca confusione. Riusciremo insomma a mettere ordine nelle stanze delle case principali, per poter gestire meglio tutto ciò che serve per l’accoglienza».
Se il piano terra sarà adibito a magazzino, al primo piano nascerà un spazio gioco per i bambini: «Un angolo a disposizione dei bimbi ospitati – anticipa il presidente -: i piccoli dai due anni e mezzo fino ai sei anni, avranno giochi a loro disposizione e saranno seguiti da educatrici».
Infine sarà realizzato un piano sotteraneo destinato al garage e un locale dove sarà realizzata una cisterna per la riserva acqua di diecimila litri.
“Attualmente utilizziamo come magazzino i locali di “Casa Ester” – prosegue don Remogna -: è un’abitazione che potrebbe ospitare due nuclei familiari, ma che per mancanza di spazi siamo stati costretti a utilizzare come deposito. Quando il nuovo edificio sarà pronto potremmo trasformare “Casa Ester” in abitazione per due nuclei familiari, con le stesse finalità di “Casa Madre Teresa” e di “Casa Pietro”, permettendo alle mamme una “prova di autonomia” in previsione del ritorno alla loro indipendenza».
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