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Viviamo tra ceneri, puzza e disagio. Serravalle, protesta dopo il rogo nella casa Atc

Vita difficile per le persone che abitano gli alloggi vicini a quello andato in fiamme a luglio.

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Viviamo tra ceneri, puzza e disagio. Serravalle, protesta dopo il rogo nella casa Atc. Vita difficile per le persone che abitano gli alloggi vicini a quello andato in fiamme a luglio.

Viviamo tra ceneri, puzza e disagio. Serravalle, protesta dopo il rogo nella casa Atc

Un mese dopo dell’incendio in via Ducale, fuliggine e umidità sono ancora l’incubo di chi vive negli alloggi dell’Atc. A metà luglio si verificò un rogo al terzo piano di una delle palazzine presenti in via Ducale. Le fiamme inghiottirono letteralmente l’alloggio creando timori non solo per chi ci risiedeva ma anche per le persone che vivevano negli altri appartamenti.

I vigili del fuoco intervenirono tempestivamente e misero in sicurezza l’area mentre le autorità competenti si premurarono di ricostruire la vicenda individuandone le cause. Dopo lo spavento però la situazione non è per nulla migliorata.

Tra polveri e umidità

«Non sono stati sigillati completamente i serramenti dell’alloggio e ciò comporta che al minimo filo di vento o con il maltempo chi vive ai piani sottostanti o vicino, debba assorbirsi calcinacci bruciati e odore forte di fumo – evidenzia Filippo Fichera, che vive al primo piano della palazzina -. Senza contare che per riuscire a spegnere le fiamme sono state utilizzate diverse quantità di acqua che hanno coinvolto anche l’alloggio sottostante. Io che vivo al primo piano sono stato costretto a convivere con il deumidificatore perché avevo tanta umidità nelle stanze».

Il problema è stato segnalato

Diverse sono state le segnalazioni fatte agli organi competenti. «Ci siamo rivolti ovviamente all’Atc: è stato fatto un sopralluogo, ma poi tutto è caduto in un nulla di fatto. Ci siamo rivolti anche al Comune pur sapendo però che non è una situazione su cui può far molto dal momento che  è proprio in gestione ad Atc. E’ passato un mese dal rogo e ci troviamo ancora nel bel mezzo di cenere, puzza e disagio. Qui risiedono anche persone invalide e con malattie e non è possibile vivere in questo modo».

Fichera quindi chiede un intervento da parte dell’Agenzia territoriale per la Casa. «Al di là dei calcinacci, c’è ancora un odore acre di fumo, oltre ai detriti che con il vento vengono portati anche a chi vive ai piani bassi – conclude l’inquilino -. Abbiamo necessità che chi di dovere intervenga e sistemi tutte queste criticità. Non si chiede molto: almeno sigillare i balconi e le finestre come è stato fatto con la porta di ingresso dell’alloggio. Invece chi passa in via Ducale, trova la nostra palazzina con un alloggio coi muri anneriti, le reti dei materassi sul balcone e i vetri delle finestre disintegrate…»

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