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Trovato l’accordo per i 21 esuberi della “Franchi” di Borgosesia

Intesa per rendere meno traumatica possibile la chiusura dell’area produttica del salumificio.

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Trovato l’accordo per i 21 esuberi della “Franchi” di Borgosesia. Intesa per rendere meno traumatica possibile la chiusura dell’area produttica del salumificio.

Trovato l’accordo per i 21 esuberi della “Franchi” di Borgosesia

Sarà attivata la Naspi per tutti i 21 dipendenti del Salumificio Franchi di Borgosesia dopo il licenziamento. La fine del rapporto di lavoro scatterà a fine agosto. Inoltre per tutti è stato trovato un accordo economico. E’ questa l’intesa raggiunta dopo settimane di trattative: come è noto, la storica azienda alimentare ha deciso di chiudere completamente il reparto produttivo, lasciando in attività solo la parte commerciale e amministrativa.

I lavoratori sono stati suddivisi in tre fasce (chi raggiungerà la pensione entro il 2027, chi la raggiungerà entro i prossimi cinque anni e poi tutti gli altri), per ogni gruppo ci sarà una diversa fascia economica di trattamento. Sono stati sottoscritti accordi individuali, l’azienda riconoscerà incentivi all’esodo e il preavviso sarà pagato.

L’ipotesi della “Ponti” a Ghemme

Per alcuni dei dipendenti si potrebbe aprire uno spiraglio lavorativo, la Ponti di Ghemme avrebbe chiesto i curricula dei lavoratori che saranno licenziati.

E’ la Flai Cgil Vercelli Valsesia a seguire l’evoluzione. «Sono state individuate tre fasce tra i lavoratori – spiega la sindacalista Barbara Grazioli -. Ci saranno i lavoratori che raggiungeranno la pensione nell’arco del biennio, entro la fine del 2027. Quelli che la raggiungeranno in un quinquennio, dall’apertura della procedura il 27 giugno 2025. Infine tutti gli altri: per ogni gruppo ci sarà una diversa fascia economica di trattamento».

Drastico calo dei volumi di produzione

Chi ha lavorato in Franchi ricorda che l’azienda «in meno di 10 anni ha cambiato proprietà due volte, ma i costi elevati di gestione sono rimasti gli stessi. Una struttura che fino ai primi anni ’90 produceva 20 tonnellate di salame e oltre 10mila prosciutti cotti alla settimana, che si è ridotta a produrne la decima parte, il numero dei dipendenti si è ridotto in proporzione, ma i costi gestionali sono rimasti quasi gli stessi, e un frigorifero pieno consuma quanto quello vuoto».

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1 Commento

1 Commento

  1. Gaetano Sica

    9 Agosto 2025 at 18:24

    non sapevo che quando ti licenziano per causa dubbia anziche’ andare in tribunale si potesse raggiungere un accordo economico…
    credevo si dovesse aspettare uno che ti entri in casa per dare sicurezza che non ci fossero pröve

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