Cronaca
Grignasco, truffa da 250mila euro con finto incidente e banda “spaccaossa”
Un raggiro alle assicurazioni “nato” in Sicilia e arrivato anche in Valsesia: era basato su fratture vere per incidenti falsi.
Grignasco, truffa da 250mila euro con finto incidente. Gli schianti simulati avevano fruttato indennizzi per circa due milioni di euro, di cui 700mila già liquidati dalle assicurazioni. Una truffa che ha toccato anche la Valsesia, in particolare Grignasco.
Grignasco truffa degli “spaccaossa”
Ma il processo degli “spaccaossa” ha già portato la condanna di sedici dei venti imputati. Si parla di “spaccaossa” perché la banda metteva in scena finti incidenti stradali, ma con feriti veri. Nel senso che reclutava persone indigenti alle quali offriva anche solo poche centinaia di euro per farsi arrecare volontariamente gravi danni fisici, anche ossa rotte.
Attività al limite dell’incredibile
Un’attività al limite dell’incredibile, eppure vera. Uno degli episodi contestati era avvenuto appunto a Grignasco ed è qui che un membro dell’organizzazione criminale aveva allestito il finto sinistro.
Dalla Sicilia alla Valsesia
La truffa degli “spaccaossa” era partita dalla Sicilia per poi ramificarsi nel nord Italia. Si tratta di un raggiro alle assicurazioni basato su fratture vere per incidenti falsi. Ma i risarcimenti a cinque zeri li incassavano gli organizzatori della truffa, mentre ai fratturati toccavano sostanzialmente le briciole: circa 300 o 400 euro, in media, per un arto rotto con metodi brutali, compresi mattoni o spranghe.
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Lo scorso marzo era stata la polizia del commissariato Brancacco di Palermo ad aver individuato l’organizzazione e denunciato una ventina di persone, una delle quali era ospite da un parente a Grignasco. E nei giorni scorsi in tribunale a Palermo si è svolto il processo con rito abbreviato (che prevede lo sconto di un terzo della pena) che ha portato alla condanna di alcuni membri dell’organizzazione.
Pesanti condanne
Tra i sedici condannati (gli imputati, fra spaccaossa e feriti, erano in venti, ma quattro sono stati assolti) c’è anche Matteo C, 59 anni, che era ospite di un parente a Grignasco. Per lui una pena a 8 anni e 4 mesi. Condanna anche gli altri due capi della banda, Giuseppe Z. (8 anni) e Vincenzo M. (8 anni 3 mesi e 10 giorni). Pene dai cinque anni a 16 mesi per altri imputati.
L’inchiesta
Come accennato, gli indagati denunciavano falsi incidenti stradali, anche inscenati con metodi cruenti, cioè con la frattura degli arti di diversi soggetti arruolati come vittime e poi rimborsati con cifre ridicole rispetto a quelle incassate dalle assicurazioni.
In altri casi l’associazione ha invece “acquisito”, mediante raggiri o estorsione, pratiche riguardanti altri sinistri stradali, sempre con feriti fratturati. Per quasi tutti gli incidenti stradali individuati è stato rilevato che quasi tutte le “vittime” hanno denunciato di essere state investite mentre percorrevano vie cittadine in sella a biciclette. Le vittime erano palermitani al Nord in vacanza o per cercare lavoro.
Tra i vari incidenti finti c’è anche quello di Grignasco, che aveva fruttato 250mila euro al danneggiato, pagati dall’assicurazione.
Lo schianto del 2018
Il finto sinistro risale al 29 novembre 2018. Tutto era stato preparato nei dettagli: si era scelta una strada secondaria del paese e una dinamica semplice quanto efficace: un ciclista investito da un’auto. Era presente anche un testimone oculare, e subito l’automobilista aveva ammesso la propria responsabilità. Dopo i rilievi di rito era partita la richiesta di risarcimento all’assicurazione. Nel 2020 la vittima era stata indennizzata con 250mila euro. Peccato che fosse tutta una messa in scena per raggirare l’assicurazione.
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