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Cronaca

Ladri pendolari “al lavoro” a Borgosesia e a Cellio: arrestati

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spara alla moglie

Ladri pendolari in trasferta in Valsesia: lo scorso anno alcune case e cantieri di Borgosesia e Cellio con Breia avevano subito furti.

Ladri pendolari

Una serie di furti che aveva interessato diverse zone del Piemonte, inclusa la Valsesia. Nell’estate di un anno fa, alcune abitazioni e cantieri di lavoro di Borgosesia e Cellio con Breia erano finiti nel mirino dei ladri. Il bottino era stato vario, dagli attrezzi per lavori agricoli ai cavi di rame, senza tralasciare biciclette e qualsiasi altra cosa che avrebbe potuto essere rivenduta a ricettatori per ricavare un po’ di contante. Per quei furti sono ora stati accusati due cittadini romeni, domiciliati a Torino, raggiunti da ordine di custodia cautelare in carcere: devono rispondere di furto aggravato continuato in concorso.

I furti

Sono 44, tra riusciti e solo tentati, i furti attribuiti al duo, ma gli inquirenti ritengono possano essere ancora di più. Partivano dalle loro abitazioni torinesi i due, cambiando in continuazione la zona dove colpire, diminuendo così le possibilità di essere scoperti tornando negli stessi luoghi. A bordo di furgoni rubati raggiungevano l’obiettivo, soprattutto cantieri, ma anche abitazioni e cantine, e talvolta negozi. Poi tornavano a Torino sulle loro auto per smistare la refurtiva. Nel breve periodo di due mesi, da inizio luglio ai primi di settembre dello scorso anno, hanno colpito in tutte le province piemontesi, spostandosi anche in Liguria.

Le indagini

In Valsesia i furti sono stati messi a segno a Borgosesia e Cellio con Breia. Come detto, il bottino era diversificato, andando dai mezzi agricoli a utensili di falegnameria, da attrezzi per l’edilizia a decespugliatori, da biciclette a 700 chili di bobine di rame, sino a duemila chili di olio di sansa di olive.
Tanti furti, gli stessi responsabili: sono risaliti ai due autori i carabinieri di Imperia, facendo corrispondere gli elementi dei vari episodi, le immagini ricavate dagli impianti di videosorveglianza, gli incroci delle celle telefoniche. Le indagini (ancora non chiuse perché potrebbero essere ben più numerosi i casi) hanno portato all’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Nicolae Marian Petre e Vania Cuzmici, di 32 e 44 anni.

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