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Cronaca

“Mai uno schiaffo ai bambini”. La difesa della maestra di Varallo accusata di maltrattamenti

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«I bimbi cerco di proteggerli, li tratto come fossero i miei figli». Così si è difesa la maestra della scuola dell’infanzia di Varallo finita nel ciclone due anni fa con l’accusa di maltrattamenti nei confronti dei piccoli alunni.

Mai uno schiaffo ai bambini

E’ toccato a lei a parlare durante l’ultima udienza, rispondendo alle domande di accusa e difesa. Ha parlato della sua carriera scolastica e più volte durante la sua deposizione ha sottolineato di non essersi ancora capacitata del motivo delle pesanti accuse mosse nei suoi confronti. Nelle precedenti udienze erano stati sentiti anche i genitori degli alunni e nessuno aveva puntato il dito contro l’insegnante. L’accusa, come è noto, è quella di maltrattamenti fisici e psicologici ai danni di alcuni suoi piccoli alunni della scuola dell’infanzia.

La deposizione

L’episodio risale al 2019 e da allora la donna è sospesa dal suo lavoro con tutte le conseguenze del caso. L’insegnante ha raccontato le sue precedenti esperienze come maestra d’infanzia sia a Borgosesia che a Vercelli sin dal 2001, poi l’arrivo a Varallo dove si trova dal 2014.

Ha risposto anche alle domande del pubblico ministero che sostiene l’accusa. E la maestra, rappresentata dagli avvocati Cosimo Maggiore e Fabrizio Mastro, a cuore aperto ha spiegato: «Sono tre anni che ancora non riesco a spiegarmi quanto accaduto». Ricorda bene il clima che si respirava a scuola: «Nessun genitore si è mai lamentato di nulla, i bambini venivano volentieri e mi portavano anche i disegni». Ha poi ribadito la sua attenzione verso i piccoli alunni: «I bimbi cerco di proteggerli, li tratto come fossero i miei figli».

Nel fascicolo dell’accusa si parla di comportamenti aggressivi verso i bambini con tanto di pizzicotti. «Mai dato calci o pugni o pizzicotti», si è difesa l’insegnante. Ha negato anche l’episodio del calcio rifilato a un bambino. Certo, in classe qualche volte alzava la voce, come in fondo è normale in qualsiasi scuola. «Era per via della confusione fatta dai piccoli». Ma questo è normale prassi. La donna ha sostenuto in tutto la sua linea difensiva sottolineando anche la volontà di voler tornare a fare il suo lavoro.

La consulente

Nell’udienza in tribunale ha preso la parola anche la consulente della difesa, la sua tesi è che i racconti dei bimbi potrebbero essere stati in qualche modo “contaminati” da elementi esterni. Magari sentendo i genitori a casa. Non ha escluso inoltre l’ipotesi che possa essere stato generato un falso ricordo, non doloso ma inconsapevole. Come detto, anche nelle precedenti udienze dalle testimonianze non erano emersi episodi contro la maestra. Erano stati i genitori a parlare spiegando che i bambini andavano a scuola volentieri. Il procedimento in tribunale ora proseguirà con altre testimonianze da parte della pubblica accusa, ma presto potrebbe arrivare l’udienza per la pronuncia della sentenza.

Nell’ultima udienza l’insegnante accusata di maltrattamenti è stata sentita dai giudici. E ha negato che via siano mai stati episodi dubbi
«Non mi spiego come possano essere venute fuori queste accuse». Nelle scorse settimane anche i genitori hanno difeso l’operato della donna

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