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Cronaca

Spaccio in bassa Valsesia: come la polizia ha smontato la rete. Sei in manette

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Spaccio in bassa Valsesia: una complessa indagine della polizia ha smantellato un fiorente traffico di droga, con guadagni fino a 10mila euro al giorno.

Spaccio in bassa Valsesia

Era un sistema imponente, con ingenti guadagni, il commercio di droga smantellato dalla polizia nei boschi della bassa Valsesia. Un uomo di Ghemme coinvolto assieme ad altri stranieri, soprattutto marocchini. Un sequestro di eroina, cocaina e altri stupefacenti per circa 50mila euro. Un arresto rocambolesco nei boschi vicino a Gattinara. In tutto, sei persone finite in manette. E’ il bilancio di una lunga e complessa operazioni antidroga con epicentro in bassa Valsesia, ma con una caccia all’uomo che si è sviluppata nel Vercellese, a Milano e addirittura in Spagna.
Protagonista dell’operazione è la polizia di Stato, che ha portato avanti un’indagine diretta dalla procura della Repubblica di Vercelli. In totale, come accennato, sono finiti in manette sei uomini dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Le indagini

L’attività investigativa è iniziata nel settembre 2019 quando la squadra mobile è venuta a conoscenza di un fiorente mercato di spaccio gestito da alcuni cittadini di etnia magrebina nei boschi della bassa Valsesia, al confine tra le Province di Vercelli e di Novara, nei pressi del fiume. Grazie a due “clienti” beccati durante un appostamento, si riuscivano a identificare gli spacciatori: due cittadini di origine marocchina, pluripregiudicati per lo steso reato.
L’indagine aveva permesso di accertare che, durante una giornata “lavorativa”, gli spacciatori effettuavano numerosissime cessioni di droga ad acquirenti provenienti dalle province di Vercelli, Biella, Novara e Verbania, arrivando a guadagnare anche 10mila euro al giorno.
Nel corso dell’attività di polizia giudiziaria, veniva fermato anche un 31enne di origine peruviana trovato in possesso di 30 grammi di eroina. Proseguendo nell’indagine, si scopriva che al sodalizio criminale si era aggiunto anche un italiano, residente a Ghemme, anche lui pregiudicato.

Arresto ed evasione

Uno dei due marocchini, che faceva il “pendolare” da Milano, veniva identificato grazie alla vettura con cui si muoveva. Al momento dell’arresto, l’uomo provava a fuggire provocando lesioni ad alcuni poliziotti che tentavano di fermarlo. Alla fine veniva bloccato e perquisito: saltavano fuori 115 grammi di cocaina. L’uomo veniva messo ai domiciliari, ma evadeva e tornava nel Vercellese a riprendere il “lavoro” di prima, prendendo come “socio” un altro magrebino. Intanto nel dicembre 2019 si riusciva a intercettare anche il secondo spacciatore magrebino: gli agenti della squadra mobile lo arrestano nel corso del “lavoro” nei boschi di Gattinara, nonostante l’uomo con un coltello avesse minacciato gli operatori per garantirsi la fuga. Da allora è in carcere.

La fuga

Intanto l’altro spacciatore si riorganizzava nell’attività di spaccio in Vercelli, avvalendosi a tempo pieno del ghemmese, con l’intento di raccogliere la somma di denaro necessaria per andare in Spagna, per sottrarsi alla giustizia. E in effetti è arrivato in territorio spagnolo all’inizio del 2020. Ma nonostante la fuga all’estero, lo spaccio nelle zone boschive lungo il Sesia continuava ad opera di suoi sodali.
Nel febbraio 2020 gli agenti arrestano un altro cittadino marocchino, 23enne pregiudicato, facente parte del medesimo sodalizio criminale. A seguito di ulteriori indagini e dei mandati della Procura, finivano in custodia cautelare in carcere tre dei partecipanti al sodalizio criminale. Per il quarto colpito dal provvedimento, quello che era in Spagna, si è dovuto emettere un mandato di arresto europeo. L’uomo è stato infine arrestato l’altro giorno a Milano, dove era rientrato da qualche tempo: anche lui ha ferito un agente tentando di sottrarsi alle manette.
Si conclude va così un’indagine durata più di un anno e mezzo, con sequestro di circa 250 di cocaina, 150 di eroina e 50 di hashish che avrebbero fruttato sul mercato guadagni per almeno 50.000 euro.

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