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Cronaca

Usura ed estorsione, in sette a giudizio

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Sette rinvii a giudizio, cinque giudizi abbreviati e due patteggiamenti: si è chiusa così l’udienza preliminare del caso “Bloodsucker”

Si è nuovamente proclamato innocente e ha chiesto il giudizio abbreviato Giuseppe “Pino” Di Giovanni, titolare della Borgo Service di Sizzano, personaggio-chiave dell’operazione “Bloodsucker” che ieri è andata in udienza preliminare con 14 accusati. Come è noto, si tratterebbe di un giro di usura, riciclaggio di denaro ed estorsione che faceva capo a una serie di persone di Romagnano e Prato Sesia, oltre ad altri. Il tutto per un giro di affari milionario.

Oltre a “Pino” Di Giovanni hanno chiesto il giudizio abbreviato il fratello Francesco, il nipote Giuseppe, Massimiliano Alia e Pietrolina Sergi. Le loro posizioni sono state separate dalle altre e andranno a giudizio il 21 dicembre nel tribunale di Novara. Ancora una volta “Pino” ha sostenuto che le presunte estorsioni erano invece casi di mprenditori debitori nei suoi confronti

Rinvio a giudizio invece per i cugini Ignazio Di Giovanni e l’altro Ignazio, Angelo Migliavacca, Francesco Pirrello (per loro l’accusa è di aver riciclato il denaro), e per Pierluigi Baglivi. Il processo il 4 marzo. Rinviati a giudizio ma perché accusati di aver modificato una multa a un debitore dei Di Giovanni anche due carabinieri che erano in servizio a Fara. Ha patteggiato un anno e dieci mesi con la condizionale Roberto Russillo, dipendente della Borgo Service; patteggiamento di due anni e due mesi per Sergio Agostinelli, benzinaio trovato in possesso di assegni provenienti dal giro di illeciti. Gli arresti erano scattati un anno fa.

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