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Cronaca

Valsesiano derubato delle attrezzature da lavoro: ma la giustizia tarda ad arrivare

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Valsesiano derubato delle attrezzature da lavoro: ma la giustizia tarda ad arrivare. La banda di nomadi protagonista del furto aveva “fatto spesa” portandosi via materiale e mezzi ai danni di un varallese. 

Valsesiano derubato delle attrezzature da lavoro

Antonio Cesa

Ancora nei giorni scorsi c’è stata in tribunale a Vercelli una nuova udienza dove, per l’ennesima volta, erano stati convocati i derubati, oltre alle forze dell’ordine. Ma visto che tutte le testimonianze erano state già acquisite sono stati fatti andare a casa. Tra loro anche Antonio Cesa, l’impresario di Varallo che era stato derubato dalla banda di nomadi di un compressore nuovo. «Mi sono presentato come indicato nell’ordinanza ricevuta dal tribunale – spiega -. C’ero io, altre persone derubate e anche le forze dell’ordine. Alla fine visto che tutte le nostre testimonianze erano state già acquisite ci hanno fatto andare a casa, ma intanto c’è chi ha perso mezza giornata di lavoro».

Processo a rilento

C’è un po’ di sconforto anche per il fatto che il processo sta procedendo a rilento: «Gli imputati nessuno li ha mai visti, alla prima udienza erano rappresentati da un avvocato di ufficio. Poi ci sono state altre lungaggini burocratiche. E’ giusto fare il proprio dovere e andare a testimoniare anche perchè si rischiano multe salate. Ma un processo non può avere tempi così lunghi.».

I colpi in Valsesia

I responsabili del furto avevano messo a segno i colpi soprattutto nella zona di Varallo, ma molti mezzi non sono stati neppure trovati. Nell’arco di poco tempo erano stati piazzati e fatti sparire, quasi sicuramente furti su ordinazione da parte di persone specializzate nel settore. I colpi vennero messi a segno tutti poco prima dell’alba per poi riprendere la strada di casa con un furgone carico di merce rubata. «Non posso che ringraziare per la grande capacità del corpo vigili urbani di Borgosesia e i carabinieri di Varallo per averli beccati subito – riprende Cesa -. Purtroppo queste persone sono ancora libere».

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1 Commento

1 Commento

  1. John

    19 Febbraio 2021 at 14:16

    E poi c’è qualche italiano che ha il coraggio di difendere nomadi e rom.

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