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Cuore a destra e fegato a sinistra: a Torino intervento cardiochirurgico unico al mondo

Impiantato un condotto aortico “al contrario” a un uomo di 75 anni.

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Cuore a destra e fegato a sinistra: a Torino intervento cardiochirurgico unico al mondo. Impiantato un condotto aortico “al contrario” a un uomo di 75 anni.

Cuore a destra e fegato a sinistra: a Torino intervento unico al mondo

All’ospedale San Giovanni Bosco dell’Asl Città di Torino è stato eseguito un intervento cardiochirurgico mai tentato prima al mondo. I medici hanno impiantato un nuovo condotto aortico Konect su un paziente con una condizione anatomica rarissima: cuore a destra e fegato a sinistra.

Il protagonista di questa straordinaria operazione è un uomo di 75 anni affetto da destrocardia e situs inversus totalis, anomalie congenite che rendono la disposizione degli organi completamente speculare rispetto alla norma. In pratica, un corpo “riflesso nello specchio”, con il cuore a destra, il fegato a sinistra e gli altri organi invertiti di posizione. Una condizione che riguarda appena una persona su 12mila.

È stato il primo impianto Konect in Piemonte e il primo al mondo su un paziente con anatomia “a specchio”.
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Una sfida “a specchio”

Il paziente, colpito da stenosi valvolare aortica, aneurisma del seno di Valsalva destro e difetto interventricolare, necessitava di un complesso intervento a cuore aperto. Ma la disposizione invertita degli organi ha reso tutto più complicato: «Per operare ho dovuto invertire la mia posizione al tavolo chirurgico, come se lavorassi davanti a uno specchio» ha spiegato il dottor Matteo Attisani.

Grazie a una ricostruzione digitale in 3D dell’anatomia cardiaca, realizzata dai dottori Paolo Vaudano, Giacomo Boccuzzi e Alberto Pacielli, i medici hanno potuto simulare ogni passaggio dell’operazione e ridurre al minimo i rischi.

Durante le sei ore di intervento, è stato sostituito l’intero tratto aortico con il nuovo condotto Konect, un dispositivo che integra in un unico impianto una protesi valvolare biologica, un tubo vascolare e una cuffia elastica.

Dalla cardiochirurgia all’innovazione

L’uomo è stato estubato poche ore dopo e, grazie alla gestione della terapia intensiva, ha lasciato il reparto già il giorno successivo. Oggi è in buone condizioni e presto potrà tornare a casa. «Abbiamo dimostrato che anche le situazioni più complesse possono essere affrontate con successo grazie all’innovazione e alla collaborazione tra specialisti» ha sottolineato Attisani.

L’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, ha commentato così: «Il Piemonte conferma la sua eccellenza nella sanità pubblica. L’intervento eseguito al San Giovanni Bosco testimonia come competenza, tecnologia e formazione possano tradursi in cure sempre più sicure ed efficaci».

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