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La parrocchia trasmetteva sulle frequenze militari: multa da 100mila euro
In radio messe, rosari e comunicazioni religiose, ma utilizzando canali vietati.
La parrocchia trasmetteva sulle frequenze militari: multa da 100mila euro. In radio messe e comunicazioni religiose, ma utilizzando canali vietati.
La parrocchia trasmetteva sulle frequenze militari: multa da 100mila euro
I fedeli lo hanno scoperto leggendo il bollettino periodico: «In settimana i carabinieri hanno sequestrato la radio parrocchiale perché utilizzava una frequenza non consentita. Con l’ausilio di un avvocato cerchiamo di presentare il ricorso per non dover pagare o ridurre una salatissima multa. Quindi non sarà più possibile utilizzare la radio parrocchiale con le celebrazioni parrocchiali».
E’ accaduto a Carmagnola, nel Torinese, dove il parroco don Dante Ginestrone si è visto arrivare un verbale da 100mila euro perché la sua radio trasmetteva messe, rosari e altre informazioni su frequenze che una volta erano libere, ma da tempo sono a escluisivo utilizzo dell’Esercito e del Ministero della difesa.
Il provvedimento è stato notificato dal Ministero delle imprese e Made in Italy la scorsa settimana.
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Si farà ricorso
Come già annunciato, parroco e collaboratori faranno ricorso per evitare o almeno arginare la pesantissima sanzione. In pratica, don Ginestrone ha sostenuto di non essere stato a conoscenza di questo vincolo legato alle frequenze. In ogni caso, al momento la radio è stata posta sotto sequestro. Si tratta di una emittente molto seguita in zona, che trasmette attraverso l’antenna del campanile.
Si vedrà prossimamente se la storica radio parrocchiale di Carmagnola potrà tornare a trasmettere (ovviamente su altre frequenze), facendo compagnia soprattutto ad anziani e ammalati.
Foto d’archivio
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Ennio
3 Novembre 2023 at 12:19
salvo prove diverse, forse più semplicemente il parroco trasmetteva da molti anni su frequenza allora libera e non è mai venuto a conoscenza della vaiazione.
Ha continuato per abitudine, probabilmente.
Mi stupisce piuttosto che i militari trovando (da quanti anni?) la frequenza “disturbata” non abbiano mai avvisato prima.
O che il cambio di attribuzione non sia stato notificato. Se il parroco trasmetteva con radio ed antenna doveva per forza essere registrato ARI… tutti han taciuto?
Ripeto, è una possibilità, qui non viene detto come stanno le cose.