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Sale a Superga facendo 3800 palleggi: l’omaggio al Grande Torino
Impresa di Fabrizio Maiello, il “Maradona delle carceri”.

Sale a Superga facendo 3800 palleggi: l’omaggio al Grande Torino. Impresa di Fabrizio Maiello, il “Maradona delle carceri”.
Sale a Superga facendo 3800 palleggi: l’omaggio al Grande Torino
Un gesto simbolico, di sport e memoria. Fabrizio Maiello ha compiuto una nuova impresa: partendo dalla base della strada che porta a Superga, ha raggiunto la Basilica e poi la lapide del Grande Torino, palleggiando in movimento per tutto il percorso. Un omaggio sentito a una delle pagine più leggendarie e dolorose del calcio italiano.
Maiello, nato a Cesano Maderno nel 1963, da ragazzo sognava una carriera da calciatore. Cresciuto nel vivaio del Monza, il suo futuro sembrava scritto in campo, ma un grave infortunio lo costrinse a interrompere il sogno prima dell’esordio tra i professionisti. Da lì, la sua vita prese una strada difficile: gli anni bui della malavita, il carcere, e infine il periodo trascorso nel manicomio criminale giudiziario.
Inizia la rinascita
Proprio da quel punto, però, è iniziata la rinascita. Fabrizio Maiello ha saputo trasformare la caduta in riscatto, diventando un testimone di legalità e un esempio di cambiamento. Da anni collabora con l’associazione Libera di Reggio Emilia, incontrando studenti e giovani per raccontare la sua storia e la forza del recupero attraverso lo sport.
Conosciuto come il “Maradona delle carceri”, ha collezionato diversi record di palleggio ed è stato nominato membro della Seleçao Internazionale Sacerdoti Calcio. La sua vicenda umana e sportiva è stata raccontata nel libro “Nel carcere dei matti delinquenti” e nel docufilm “Senza Volto – Storia di Fabrizio Maiello”, diretto dal regista Luca Guardabascio.
A Superga la nuova impresa
L’impresa sulla salita di Superga si aggiunge così a un lungo percorso di impegno e rinascita: un modo per dimostrare, ancora una volta, che anche dalle cadute più profonde si può ripartire, un palleggio alla volta.
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