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L’esempio dell’Università di Brescia sulle abitudini degli studenti fumatori dovrebbe farci riflettere

L’ateneo lombardo ha avviato una campagna finalizzata all’eliminazione del vizio del fumo

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Studenti in aula universitaria

Nel mese di maggio del 2023, l’Università degli Studi di Brescia ha dato il via a una campagna denominata “Università smoke-free per stili di vita liberi dal fumo in Università”. Lo scopo di questo progetto è quello di favorire la consapevolezza e la conoscenza riguardanti l’abitudine del fumo nella comunità studentesca, fornendo anche un aiuto a coloro che desiderano smettere.

Il questionario per gli studenti

Perseguendo lo scopo di tutelare la salute di chi non usa le sigarette ma deve fare i conti con il fumo passivo, l’ateneo bresciano la scorsa primavera ha chiesto ai propri studenti di compilare un questionario che consentisse di conoscere le loro abitudini al fumo. Gli studenti che hanno scelto di aderire e di rispondere sono stati poco meno di 2600, e ad esaminare i risultati sono stati la dottoressa Claudia Zani, dell’Unità di Igiene e Epidemiologia del Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche, Scienze Radiologiche e Sanità Pubblica, e il professor Francesco Donato. Ebbene, il questionario ha consentito di scoprire che, tra coloro che hanno risposto, 3 soggetti su 4 sono non fumatori: il 15% degli studenti usa le sigarette tradizionali, mentre l’11% si serve di tabacco riscaldato (tipo IQOS) o sigarette elettroniche con atomizzatore e liquido (visita il sito). Farmacia e Giurisprudenza sono le facoltà, tra le lauree magistrali a ciclo unico, in cui sono state riscontrate le percentuali più elevate di studenti fumatori; per quel che riguarda le lauree triennali, invece, i numeri più alti sono stati registrati a Ingegneria e Giurisprudenza.

Sigarette elettroniche, fumo passivo e normative nazionali

L’uso delle sigarette elettroniche viene privilegiato da chi considera questi dispositivi una valida alternativa rispetto alle sigarette classiche: le e-cig non solo vengono considerate meno dannose per la salute, ma sono anche ritenute dei prodotti di moda. Sempre dal questionario è emerso che quasi 4 partecipanti su 10 devono fare i conti con l’indesiderata esposizione al fumo passivo delle sigarette tradizionali: una situazione che viene considerata dal 92% degli studenti pericolosa per la salute al pari del fumo attivo. Invece, poco più di 6 persone su 10 pensano che anche il vapore passivo delle sigarette elettroniche possa essere dannoso. Dallo studio emerge, inoltre, che gli studenti hanno una conoscenza approfondita delle norme in vigore nel nostro Paese a proposito del fumo, mentre minore è la consapevolezza a proposito delle normative relative alla scuola. Appena 1 intervistato su 3, infatti, è conscio dell’esistenza di una legge italiana che vieta di fumare le sigarette e di svapare le e-cig nelle aree all’aperto di atenei universitari e scuole. Infine, appena il 41% degli studenti conosce il Regolamento di Ateneo che recepisce la norma in questione. Per il resto, i partecipanti si sono detti propensi ad accettare eventuali iniziative proposte dall’università finalizzate a tutelare la salute di chi non fuma e a offrire un aiuto a coloro che desiderano smettere di fumare.

La consapevolezza dei giovani

Colpisce, tra i vari dati emersi dallo studio, il fatto che ben 2 ragazzi su 3 ignorino l’esistenza di una legge che proibisce di fumare e svapare vicino alle scuole e agli atenei universitari: un segnale della necessità di insistere su questo punto, favorendo la circolazione di informazioni in merito tra i più giovani. Ma, d’altro canto, appare positivo il fatto che 3 studenti su 4, fra quelli che hanno risposto al questionario, si dichiari non fumatore. Ciò, comunque, non deve far pensare che il 75% dei frequentatori dell’ateneo bresciano non fumi: l’adesione al questionario, infatti, era su base volontaria.

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