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Piccoli segnali che spesso le famiglie ignorano prima di una diagnosi di demenza

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© Kindel Media - Pexels
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“Papà ha sempre perso le chiavi, è normale alla sua età.” Quante volte abbiamo sentito frasi simili? Purtroppo spesso minimizziamo i primi segnali di demenza. Vogliamo credere che tutto vada bene e attribuiamo una dimenticanza all’età o allo stress piuttosto che considerare l’ipotesi che qualcosa stia davvero cambiando.

La demenza non arriva all’improvviso. Si insinua lentamente, con piccoli cambiamenti che la famiglia tende a giustificare o ignorare. Riconoscere questi sintomi può fare la differenza tra un intervento tempestivo e anni persi in cui la condizione peggiora senza che nessuno agisca.

Cambiamenti nella memoria che sembrano “normali”

Tutti dimentichiamo qualcosa di tanto in tanto. Ma c’è differenza tra dimenticare dove hai messo le chiavi e dimenticare a cosa servono.

Le dimenticanze che dovrebbero far riflettere sono quelle che si ripetono. Ripetere la stessa domanda più volte nella stessa conversazione. Dimenticare eventi importanti accaduti di recente. Non ricordare conversazioni avute poche ore prima. Perdere il filo del discorso a metà frase.

La chiave è osservare il pattern. Una dimenticanza occasionale è normale. Ma quando le dimenticanze interferiscono con la vita quotidiana, è un campanello d’allarme che non va ignorato.

Variazioni nel comportamento quotidiano

I sintomi della demenza senile si manifestano spesso attraverso cambiamenti nelle routine quotidiane che la persona ha sempre seguito senza problemi.

Improvvisamente diventa difficile completare compiti familiari come preparare il caffè o pagare le bollette. C’è confusione su quale giorno sia, che mese o addirittura che stagione. Seguire una ricetta che si è preparata per anni diventa un’impresa. Gestire il denaro o fare calcoli basilari crea ansia. Gli oggetti finiscono nei posti più strani, il telecomando nel frigorifero, le chiavi nel cassetto delle posate.

Segnali sociali che spesso vengono sottovalutati

La demenza cambia il modo in cui una persona interagisce con gli altri. Questi cambiamenti sono spesso i più dolorosi da osservare per la famiglia.

Una persona che amava uscire con gli amici improvvisamente si ritira dalle attività sociali. Gli hobby che prima davano gioia non interessano più. Seguire o partecipare a una conversazione diventa faticoso. Le stesse storie vengono ripetute continuamente, a volte nella stessa giornata. I nomi di persone care si confondono. Nasce un sospetto ingiustificato verso familiari o amici fidati.

Tutti questi sintomi iniziali di demenza vengono spesso scambiati per depressione o semplice invecchiamento. Ma quando una persona estroversa diventa improvvisamente riservata, o quando qualcuno di gentile diventa diffidente, vale la pena investigare più a fondo.

© Robina Weermeijer - Unsplash

© Robina Weermeijer – Unsplash

Cambiamenti fisici e motori leggeri ma costanti

Non sono solo memoria e comportamento a cambiare. Anche il corpo manda segnali che spesso ignoriamo perché sembrano banali.

Le difficoltà nel coordinare i movimenti diventano più evidenti. Giudicare le distanze diventa complicato, versare acqua nel bicchiere senza farne cadere diventa un problema. L’andatura cambia, l’equilibrio peggiora. Persino riconoscere facce familiari diventa più difficile.

Quelli che possono sembrare piccoli incidenti isolati, rischiano invece di far parte di un quadro più ampio che nessuno vuole vedere.

Segnali emotivi spesso attribuiti allo stress

I cambiamenti emotivi sono forse i più facili da giustificare e i più difficili da riconoscere come primi segnali di demenza.

L’irritabilità improvvisa in una persona sempre calma. L’ansia in situazioni che prima venivano gestite con facilità. L’apatia e la mancanza di iniziativa in chi era sempre attivo. La depressione o il ritiro emotivo senza cause apparenti. Anche comportamenti inappropriati in pubblico e la perdita del filtro sociale che prima funzionava perfettamente.

“È solo stressata”, “È preoccupata per la salute”, “È normale a quell’età essere un po’ burberi”. Queste giustificazioni ritardano la diagnosi. Potrebbe infatti non essere solo stress o normale invecchiamento.

Quando è il momento di agire

Riconoscere i primi segnali di demenza è solo la fase iniziale. Il passo successivo, quello più difficile, è agire.

Non minimizzare. Se noti più di uno di questi segnali che persistono nel tempo, è importante non ignorarli. Tieni un diario di comportamenti insoliti e parla con delicatezza. Nessuno vuole sentirsi dire che sta perdendo la testa. Affronta l’argomento con empatia, esprimendo preoccupazione per il benessere della persona.

Consulta quindi un medico. Una valutazione completa può escludere altre cause reversibili come carenze vitaminiche, problemi tiroidei o effetti collaterali di farmaci. Cerca infine supporto specializzato. Centri come Swiss Medica offrono valutazioni approfondite e approcci terapeutici innovativi che possono fare la differenza nelle fasi iniziali.

Prima si interviene, maggiori sono le possibilità di rallentare il declino cognitivo e mantenere la qualità della vita più a lungo possibile.

In conclusione

I sintomi iniziali della demenza sono subdoli proprio perché sembrano banali. Una chiave persa qui, un nome dimenticato là, un po’ di confusione sulla data. Presi singolarmente, sono episodi che capitano a tutti. Ma quando iniziano ad accumularsi e formare un pattern, è il momento di prestare attenzione.

Le famiglie spesso si rendono conto troppo tardi perché nessuno vuole credere che stia accadendo. Swiss Medica è all’avanguardia nel trattamento delle fasi iniziali della demenza, grazie a protocolli innovativi che combinano approcci tradizionali con terapie avanzate. 

La demenza non è una condanna immediata alla perdita totale. Riconosciuta in tempo, può essere gestita. Le persone possono continuare a vivere vite significative per anni. Ma tutto inizia dal riconoscere quei piccoli segnali che troppo spesso ignoriamo.

Non aspettare che i sintomi diventino evidenti a tutti. Se qualcosa non ti convince, fidati del tuo istinto. È meglio un controllo di troppo che un intervento troppo tardi.

Hai notato questi segnali in un familiare? Condividi la tua esperienza nei commenti – spesso parlarne aiuta altre famiglie a riconoscere situazioni simili e ad agire in tempo.

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