Cronaca
Insulti ai vigili via social, il Comune denuncia per diffamazione
Un cittadino furente per una multa si è lasciato andare a considerazioni pesanti.

Insulti ai vigili via social, il Comune denuncia per diffamazione. Un cittadino furente per una multa si è lasciato andare a considerazioni pesanti.
Insulti ai vigili via social, il Comune denuncia per diffamazione
Prende la multa perché beccato con l’auto parcheggiata in zona disco oltre il termine consentito. Si arrabbia e insulta gli agenti di polizia locale. E’ successo a Borgomanero, dove un automobilista dopo aver trovato la multa ha iniziato sui social ad apostrofarli come “massa di ladri” e “pecoroni”.
E gli agenti di polizia locale non ha lasciato passare la cosa. Il Comune di Borgomanero ha deciso di procedere per diffamazione presentando denuncia alla Procura della Repubblica di Novara contro chi ha denigrato gli agenti.
LEGGI ANCHE: Diffamò suo figlio su Facebook: condannato, deve pagare 900 euro
“Un atteggiamento intollerabile”
«È un comportamento che offende la dignità chi tutti quelli che lavorano alle dipendenze del Comune – aveva già annunciato il sindaco Sergio Bossi durante la festa della polizia locale -. Nei confronti del responsabile adotteremo tutti i provvedimenti che ci consente la giustizia, questo comportamento non può restare impunito, è denigratorio di un’intera città».
Ed è stato di parola. La denuncia è stata presentata. Le offese sono state postate su due indirizzi Facebook, una pagina seguita da 9.736 membri, e un’altra da 11.300. Ma non è tutto. Le frasi denigratorie hanno scatenato sui social diversi commenti. Tutti sono stati registrati e la querela raggiungerà anche gli autori che hanno rincarato la dose pensando di trincerarsi dietro una pagina virtuale.
Continua a leggere le notizie di Notizia Oggi Borgosesia e segui la nostra pagina Facebook

Giuseppe Torri
9 Marzo 2025 at 9:01
La cosa intollerabile è che i “social” ossia software vengano considerati al pari della stampa e dei luoghi pubblici. Occorre scollegare queste piattaforme dal contesto della vita reale, anche legalmente, perchè dar loro valore legale serve unicamente a dare forza ai diffusori di fake news, disinformazione e complotti.