Politica
Saluto romano in consiglio. Patelli e Caucino difendono Vignola: «Solo strumentalizzazioni»
Saluto romano in consiglio comunale a Biella. Cristina Patelli e Chiara caucino difendono il collega consigliere comunale Alessandro Vignola.
Saluto romano, è polemica a Biella
«Saluto romano in consiglio comunale? No, solo squallide strumentalizzazioni». La solidarietà dell’onorevole Cristina Patelli e dell’assessore regionale Chiara Caucino al consigliere comunale di Biella Alessandro Vignola. Vignola è stato accusato, oggettivamente senza ragione, di aver fatto il cosiddetto «saluto romano», quello con il braccio destro teso e la mano rigida, tipico del Ventennio Fascista, in occasione di una votazione in Consiglio Comunale. Peccato che questa lettura sia frutto di un capzioso fraintendimento, creato ad arte per danneggiare e infamare l’avversario politico.
«Vignola – ricostruiscono Caucino e Patelli – è un consigliere comunale che è chiamato, per il ruolo che ricopre, a votare ogni punto all’ordine del giorno, ogni mozione che il suo Consiglio comunale, quello di Biella, inserisce nella discussione. E non può fare diversamente che esprimersi “per alzata di mano”, come prevede il regolamento: non può ammiccare con la testa, non può tossire, non può gridare. O meglio, potrebbe anche ma, questo sì, non gli è proprio permesso».
«Ciò detto – proseguono le due esponenti del Carroccio – ci chiediamo cosa quest’uomo – a cui va la nostra totale solidarietà, – debba fare affinché l’alzata di mano non venga strumentalizzata da un militante 5 Stelle di turno che in quel gesto vede un saluto romano».
«E’ del tutto evidente – proseguono Caucino e Patelli – che si è trattata di un’occasione, fra le tante analoghe – per gettare fango sul buon nome del Vignola: era l’autunno del 2019, all’epoca dei fatti, e il Consiglio comunale di Biella doveva votare niente meno che per alcune asfaltature. E allora, per colui che vuol sempre vedere il dolo, il marcio ovunque, Vignola avrebbe votato emulando in segno di spregio il saluto romano, rientrando in aula dopo una breve pausa individuale. Una ricostruzione surreale».
«E’ pazzesco – continuano ancora le due esponenti biellesi del partito di Matteo Salvini – immaginare in che tempi siamo finiti. Se si alza il braccio e un dito va bene, forse, ma non la mano. E se anche deve essere la mano, che non sia con il palmo teso e poi il braccio, dobbiamo verificare l’angolo, perché il saluto ha una certa angolazione: ma Vignola aveva il braccio teso o leggermente piegato?».
«Vergognoso. – concludono Caucino e Patelli. – è il comportamento di certi delatori che non trovano altri argomenti su cui aprire un confronto che queste minime bassezze. Parlino di politica, di contenuti, questi signori a 5 Stelle, e non di mani e di braccia, anche se per fortuna gli stessi loro sostenitori, si sono resi conto di che razza di limitati amministratori e politici siano e li abbiano progressivamente già abbandonati, pentendosi del voto a loro affidato. E Vignola, invece, non si preoccupi, a nostro parere: vada avanti a testa alta con il suo impegno e il suo valore morale. Non si curi di questi soggetti che la storia ha già cancellato senza appello dalla geopolitica del nostro Paese».
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