Politica
TRIVERO AL VOTO: intervista a Mario Carli
«Crediamo nelle micro-imprese. Lavoro e partecipazione al primo posto»
Mario Carli, dopo due mandati da vice sindaco ora è in prima linea. Qual è la prima cosa che farà in caso di vittoria?
Beh, non si può dire… Seriamente. La prima operazione sarà essere subito concreti, verrà decisa la giunta tenendo conto anche delle preferenze conquistate da ciascun candidato. Ci sono una serie di partite che devono andare avanti veloci penso alla caserma dei carabinieri, all’illuminazione pubblica e alla scuola. Poi vogliamo coinvolgere la cittadinanza nella nostra amministrazione.
Sempre in caso di vittoria come organizzerà la sua presenza in municipio?
Il sindaco sarà sempre presente e a disposizione della comunità, le giunte si faranno durante il giorno con gli uffici aperti. Se la gente avrà bisogno di parlare con l’amministrazione ci troverà. I consiglieri saranno collaboratori degli assessorati, avranno un compito attivo. Ognuno avrà una commissione dove portare avanti determinati argomenti penso alla fusione dei Comuni, alla scuola, al sociale, allo sport. Il consigliere avrà anche il potere di convocare le commissioni e partecipare alle assemblee rappresentando il Comune. Penso alle riunioni di Seab e Cosrab, se c’è una persona competente in materia è giusto che partecipi. L’idea è proprio rendere tutta la squadra più partecipe e creare una esperienza della cultura e comprensione dei problemi che vanno affrontati.
E la partita sulla fusione dei Comuni proseguirà?
Certamente. Sarà una delle prime commissioni a essere organizzata. L’idea è andare a fare un ragionamento con i territori vicini. Sarà allargata anche a persone rappresentative che abbiano voglia di lavorare in questo progetto. Bisogna pensare a una riorganizzazione del territorio.
In campagna elettorale avete parlato del progetto lavoro. In cosa consiste concretamente?
Da un lato c’è la questione del mantenimento dei progetti già attivi come i voucher che proseguiranno e rappresentano un sostegno per diverse persone. Saranno introdotte alcune novità: avvieremo una formazione continua e quindi una collaborazione con il centro per l’impiego non solo per giovani, ma anche per coloro più avanti negli anni che cercano una nuova occupazione. La seconda partita si basa sullo sviluppo di una serie di micro-imprese. Il capannone abbandonato non può più essere visto come un costo, ma una risorsa. Per questo pensiamo di portare avanti anche un discorso con i privati e creare all’interno piccole attività imprenditoriali. Ci sono bandi appositi. Alcune aree decentrate hanno già sviluppato questo discorso con ricadute positive. Portare avanti questo progetto vorrebbe dire diventare appetibili anche dal punto di vista residenziale visto che i servizi sono già presenti.
Qual è un progetto che vorrebbe vedere realizzato nei prossimi cinque anni?
Non parlo di opere pubbliche. Ma vorrei davvero vedere Trivero trasformato in un paese 2.0 facendo diventare le dinamiche negative positive, progettare e accedere a fondi europei. Vorrei che la gente partecipasse molto di più alla vita amministrativa. Spero di vedere realizzato il progetto complessivo che abbiamo in testa.
Servizi sanitari. C’è ancora confusione su cosa è rimasto a Trivero.
La nostra amministrazione si è impegnata a portare a termine l’attivazione del 118 per tutte le 24 ore, un servizio che è previsto e deve entrare ancora pienamente a regime. Ma ho una considerazione da fare: paghiamo dazio rispetto alla chiusura dell’ospedale del 2002 che è stata portata avanti dal gruppo di Clara Mello Rella. Quella chiusura ha provocato un impoverimento del territorio dal punto di vista sanitario, all’epoca non c’era alcun motivo di tagliare un servizio come quello. Poi si sono messe le riforme sanitarie e siamo arrivati a questo punto. La perdita del medico sul territorio però deriva ancora nel 2002. Manca qualcuno che difenda il territorio e i valori della sanità, noi l’abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo.
Il famoso “codice etico” proposto da “Un futuro per Trivero” perchè alla fine non l’avete firmato?
Il gruppo non firma un codice etico perchè l’etica una persona ce l’ha o meno. Noi ci siamo comportati sempre in modo trasparente. C’è una normativa certa che detta le regole e quella va rispettata. Se ci sono problemi sul codice etico allora si può andare in procura.
Perchè gli elettori dovrebbero scegliere Tutti per Trivero 2.0?
Penso che abbiamo costruito un bel gruppo di persone che hanno volontà di mettersi a disposizione dell’amministrazione. Per quanto mi riguarda a 39 anni un po’ di esperienza l’ho fatta a livello amministrativo, sento di potermi mettere a disposizione delle persone per i prossimi anni. Abbiamo presupposti ambizioso, ma l’idea è cambiare volto a Trivero. Ora è arrivato il momento per guardare con fiducia al futuro tenendo conto di tutte le possibilità e riflettere su azioni di lunga durata.
(Clicca qui per l’intervista a Clara Mello Rella)
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