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Gattinara: la Comero pronta a trattare per un nuovo integrativo

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“Congelato” lo stato di agitazione

A novembre l’azienda Comero di Gattinara presenterà ai lavoratori la proposta per il nuovo integrativo. Rientra, dunque, dopo l’incontro di martedì tra azienda e sindacati, lo stato di agitazione indetto nella fabbrica tessile all’indomani dell’annuncio da parte dell’azienda di voler rescindere l’accordo in vigore da oltre 15 anni e che garantiva circa 1700 euro all’anno ai lavoratori. «Direi che un primo risultato è stato raggiunto – conferma il segretario dei tessili di Cgil Vercelli Valsesia, Daniele Bovolenta – anche se, va detto, l’incontro avrebbe dovuto avvenire a settembre: avremmo evitato la mobilitazione. Comunque l’azienda si è impegnata a rinnovare il contratto integrativo. Ci siamo dati 15 giorni di tempo per capire come fare; un nuovo incontro è stato programmato per la prima settimana di novembre. Pertanto al momento lo stato di agitazione resta congelato».

La mancata comunicazione della decisione da parte dell’azienda «è stata determinata da una serie di incomprensioni. Peraltro l’azienda non ha in previsione ristrutturazioni o ridimensionamenti; la necessità di rivedere l’accordo è stata dettata da motivazioni legate al particolare momento». Comero produce tessuti di alta gamma per l’abbigliamento maschile e femminile.

Sull’entità del nuovo integrativo per ora possono esserci solo ipotesi. «Diciamo subito che l’accordo era obsoleto: dal 2001 le condizioni sono molto cambiate. Era comunque necessario rivederlo alla luce del momento attuale». Che non significa necessariamente una riduzione. «Bisogna capire su quali parametri l’azienda intende lavorare. Dal nostro punto di vista dovrebbe essere un termine variabile, in base ai risultati ottenuti annualmente dall’azienda».

Il precedente accordo, pur non essendo stato rinnovato per molto tempo a causa della crisi congiunturale del settore tessile, aveva ancora pieno valore e garantiva ai lavoratori una quota di salario aggiuntiva ai minimi tabellari previsti dal contratto nazionale del settore tessile. La disdetta del contratto integrativo per i lavoratori di Comero, tradotto in denaro, avrebbe significato una perdita secca di salario di circa 1700 euro all’anno per ogni lavoratore. Non proprio briciole, considerando che le retribuzioni medie viaggiano a circa 1200 euro al mese.

Per questo motivo alla notizia del mancato rinnovo il sindacato aveva ventilato una serie di azioni di protesta, dal blocco della flessibilità e degli straordinari, fino allo sciopero dei lavoratori con presidio davanti all’azienda. Tutte misure per ora sospese.

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