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Ti ammazzo, ti taglio la gola». E lei si rifugia dai carabinieri

Emergono i particolari del drammatico episodio accaduto in frazione Cereie a Valdilana.

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Ti ammazzo, ti taglio la gola». E lei si rifugia dai carabinieri. Emergono i particolari del drammatico episodio accaduto in frazione Cereie a Valdilana.

Ti ammazzo, ti taglio la gola». E lei si rifugia dai carabinieri

Si è presentata in caserma a Cereie (frazione di Valdilana) in camicia da notte, con ferite di coltello al volto, alla spalla, al collo, sulle mani e sugli avambracci. Era terrorizzata la donna di origine marocchina che lo scorso 14 agosto è riuscita a fuggire al marito che l’aveva aggredita in piena notte con un coltello.

Tutto sarebbe scaturito da una banale discussione. L’uomo, rientrato di notte ubriaco, aveva svegliato la donna che dormiva con la bambina piccola per riprendere una diatriba iniziata già qualche ora prima. La moglie avrebbe tentato di calmarlo.

Poi l’uomo si è scaraventato su di lei con un coltello e minacciandola “Ti taglio la gola”, ha iniziato a ferirla sbattendole inoltre la testa contro una parete in cartongesso. Una vera e propria furia.
Solo grazie all’intervento di alcuni familiari della coppia che hanno sentito le urla, la donna è riuscita a scappare impaurita.

Il soccorso dei carabinieri

Ha raggiunto a piedi, in ciabatte, in piena notte, la caserma dei carabinieri di Cereie, distante poche centinaia di metri dall’abitazione. Ha citofonato e ha risposto l’operatore del 118. Era spaventata e ha cercato di spiegare cosa le fosse successo.

La vittima vive tempo in Italia ma con scarsa conoscenza della lingua, ha trovato non poche difficoltà a spiegarsi. Grazie all’aiuto successivo di un interprete, è riuscita a raccontare di essere stata aggredita e accoltellata dal marito al culmine di una lite domestica. A quel punto sono intervenuti i carabinieri di Valdilana che erano in caserma e hanno accolto la donna rassicurandola.

Lei in ospedale, lui in manette

Sul posto è stata fatta intervenire una ambulanza del 118 per prestare le prime cure del caso, poi la donna è stata portata in ospedale. Per lei una prognosi di 30 giorni. Nell’arco di poco tempo i militari hanno raggiunto l’abitazione della coppia. Il marito era ancora lì con una ferita alla mano, l’arma è stata trovata nascosta. Ed è scattato l’arresto.

L’uomo, difeso dagli avvocati Nicoletta Solivo ed Elena Chiastellaro, è già comparso davanti al gip che ha disposto la permanenza in carcere . Per il sostituto procuratore Dario Bernardeschi che coordina le indagini, si è trattato di un tentato omicidio, questo confermato dal numero delle coltellate sferrate dall’uomo e dalle zone del corpo verso cui ha mirato, oltre che dalle urla che lanciava nel corso dell’aggressione.

L’uomo, che ha un lavoro regolare, ha confessato di essere rientrato a casa ubriaco e anche drogato. Avrebbe consumato cocaina, come confermato anche dalle analisi disposte dall’autorità giudiziaria. Da quel momento non ricorderebbe più nulla, tranne che di un coltello. L’uomo si è detto anche pentito delle sue azioni. E il giudice ha confermato la detenzione in carcere.

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