AttualitàSessera, Trivero, Mosso
In tutta la Valsessera è rimasto un solo medico: sanità in tilt
La preoccupazione dei cittadini in un incontro pubblico a Pray. La telemedicina? Non può essere la soluzione.

In tutta la Valsessera è rimasto un solo medico: sanità in tilt. La preoccupazione dei cittadini in un incontro pubblico a Pray. La telemedicina? Non può essere la soluzione.
In tutta la Valsessera è rimasto un solo medico: sanità in tilt
In Valsessera la situazione sanitaria è al limite: è rimasto un solo medico di famiglia, il dottor Francesco Postorino, mentre gli altri pazienti devono rivolgersi agli ambulatori distrettuali di Coggiola e Pray.
La questione è stata al centro dell’incontro organizzato martedì dallo Spi Cgil presso la Pro loco di Pray, un evento molto partecipato dove si è fatto il punto su una crisi che rischia di diventare drammatica.
LEGGI ANCHE: La Valsessera senza medici porta la sua protesta su Rai 3. VIDEO
Una crisi annunciata
Come ha spiegato Marvi Massazza Gal, segretaria dello Spi Cgil, il problema non è una sorpresa. Già nel 2018 uno studio del sindacato dei medici di famiglia aveva previsto che nel 2030 sei biellesi su dieci sarebbero rimasti senza medico di base. Un dato preoccupante, frutto del semplice conteggio dei pensionamenti e della mancanza di turnover.
Le prime a soffrire sono le aree montane, come la Valsessera, la Valle Cervo e la Valle Elvo. Non si tratta di una fatalità, ma di una precisa scelta politica, come ha sottolineato Massazza Gal: «Il medico di famiglia è fondamentale: senza prevenzione e controllo delle cronicità, i costi sanitari aumentano. Ma servono incentivi per portare i medici in montagna: qui ci sono frazioni sparse, strade difficili, e molti preferiscono lavorare in città».
Telemedicina: una speranza?
All’orizzonte non ci sono nuovi medici in arrivo, ma potrebbe ripartire il servizio di telemedicina presso la farmacia di Portula, collegata con l’ospedale di Vercelli. È una piccola speranza, ma non basta.
Negli ambulatori distrettuali, inoltre, i medici non possono accedere alla storia clinica completa dei pazienti, complicando ulteriormente l’assistenza.
Il ruolo della politica e del volontariato
Secondo Valter Reymondet Fochira dello Spi Cgil, «la politica ci vede come antagonisti, ma noi solleviamo un problema reale: tutti hanno diritto alle cure». Qualcosa si muove grazie al volontariato e ai Comuni, che a Portula e Crevacuore hanno organizzato un servizio per aiutare le persone a prenotare visite e farmaci, soprattutto per chi non sa usare le App.
Ma la vera soluzione deve arrivare dall’alto: dalla Regione e dai rappresentanti politici, chiamati a trovare risposte concrete.
Continua a leggere le notizie di Notizia Oggi Borgosesia e segui la nostra pagina Facebook
