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Torna in tivù la Valsessera senza medici. Sono 7mila i pazienti “scoperti”
«E’ un disastro, c’è chi sta rinunciando a curarsi».

Torna in tivù la Valsessera senza medici. Sono 7mila i pazienti “scoperti”. «E’ un disastro, c’è chi sta rinunciando a curarsi».
Torna in tivù la Valsessera senza medici. Sono 7mila i pazienti “scoperti”
Settemila persone senza medico di base su circa novemila residenti: è questa la fotografia della crisi sanitaria in Valsessera. Ieri, lunedì 6 ottobre, la valle è tornata sotto i riflettori della Rai per denunciare una situazione sempre più difficile, aggravata dall’assenza di un pediatra e dal prossimo pensionamento dello storico dottore di Crevacuore, Francesco Postorino.
La troupe di Rai Tre ieri era al centro commerciale di Pray, invitata da Valter Reymondet Fochira. Un incontro al quale hanno partecipato molti pensionati, ma nessun sindaco della zona, come è stato fatto rilevare durante il servizio. Il precedente servizio andato su Tg regionale sullo stesso tema risale a metà giugno.
Il punto della situazione
«Un medico è arrivato per l’Asl di Vercelli – ha spiegato l’organizzatore – ma viene solo un giorno a settimana, a Coggiola. Negli altri giorni è a Varallo. I pazienti gli sono stati assegnati d’ufficio, senza tener conto delle reali fragilità».
Per chi è rimasto senza medico, l’unica alternativa sono gli ambulatori distrettuali, attivi a Coggiola e Pray. «Il problema è che non c’è mai lo stesso dottore – racconta una donna –. E per noi, che non siamo più giovani, la prevenzione è fondamentale». C’è chi sta rinunciando a curarsi? chiede la giornalista. E purtroppo la risposta è sì: c’è chi rinuncia alla sanità.
“Bocciare i piani sanitari”
La situazione è critica anche per le famiglie con bambini. L’ultimo pediatra è rimasto solo sei mesi. «C’è chi è costretto a rivolgersi alla sanità privata, ma ovviamente si paga e non tutti sono nelle condizioni di sborsare soldi. E poi c’è il problema dei lavoratori che devono farsi fare il foglio per restare a casa quando sono ammalati: senza medico di base diventa un’impresa».
«I sindaci sono responsabili della sanità del territorio – ha ricordato Reymondet Fochira -. Non è vero che non possono fare nulla: i piani sanitari passano anche da loro. Devono bocciarli».
Foto dal video di Ruggero Coltro
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Aldo
7 Ottobre 2025 at 15:04
cosa c’entra la bandiera della Palestina?