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Barbara se n’è andata a 50 anni. Varallo, il commovente ricordo del marito

La donna era originaria di frazione Zuccaro e Valduggia.

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Barbara se n’è andata a 50 anni. Varallo, il commovente ricordo del marito. La donna era originaria di frazione Zuccaro e Valduggia.

Barbara se n’è andata a 50 anni

Le comunità di Varallo e della frazione Zuccaro di Valduggia ricordano Barbara Casolari, che si è spenta a soli 50 anni, poco tempo dopo la mamma Emilia Sicari. Una vita, quella di Barbara, che non è stata facile. Una patologia infatti le aveva procurato problematiche di salute che si erano ulteriormente aggravate negli ultimi tempi, strappandola infine dalla sua famiglia e in particolare dalle braccia del suo amato marito Gino Avenoso.

Chi ha conosciuto Barbara ne ricorda il sorriso e la gentilezza. Era una donna che amava la natura e in particolare la montagna ed era dotata di una sensibilità rara che l’aveva portata ad avvicinarsi alla pittura e alla poesia.

Una donna che amava l’arte

Era originaria di Zuccaro, dove era conosciuta anche la mamma Emilia e la famiglia di lei, poi si era trasferita a Varallo. Il legame con la frazione valduggese è stato sempre molto forte ed è una delle particolarità di Barbara che sono state ricordate durante la cerimonia funebre che è stata officiata nei giorni scorsi a Varallo dal prevosto don Roberto Collarini.

Proprio durante il momento di raccoglimento sono state menzionate anche le passioni della donna e in particolare la pittura e la scrittura.

Il ricordo del marito

«Uno degli ultimi componimenti che Barbara scrisse – riferisce il marito Gino Avenoso – fu questo che tengo a riportare: “Angeli splendenti dalle ali lucenti, adesso sono con voi, in paradiso dove è sempre primavera pregate per me il Signore Dio nostro”».

Lo stesso marito per non dimenticare la compagna di vita ha deciso di prendere carta e penna: «Cara Barby, non sono bravo a scrivere come lo eri tu, ma volevo solo dirti che te ne sei andata troppo presto e hai lasciato un vuoto immenso. Sei volata via una sera neanche troppo fredda di gennaio, quasi a voler esprimere l’arrivo della primavera. Proprio quella primavera che tu come stagione adoravi per il risveglio della natura. Adesso io ti immagino come un germoglio nel Paradiso di Dio e ti vedo camminare nei sentieri di questo Paradiso senza più impedimenti fisici, a raccogliere i fiori che Dio ci regala. Buon cammino Barby, tuo Gino».

 

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